Appalti e aziende che non rispettano le leggi, migliaia in corteo a Piacenza

Per la prima volta, Cgil, Cisl e Uil Emilia-Romagna chiamano a raccolta il mondo del lavoro per una manifestazione tra le strade di Piacenza. "Per la dignità di chi lavora, contro lo sfruttamento, il caporalato e l'illegalità nel mondo degli appalti”: questo il titolo scelto per la mobilitazione che ha portato a Piacenza, oggi sabato 22 ottobre, circa 4mila manifestanti da tutta la Regione. Corteo partito da Piazzale della Libertà e arrivato in Piazza Cavalli dove hanno parlato in occasione del comizio conclusivo, Giovanni Luciano, segretario nazionale CISL, Giuliano Zignani, segretario generale UIL Emilia Romagna e Vincenzo Colla, segretario generale CGIL Emilia Romagna.

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“Piacenza ha sperimentato un modo per poter governare gli appalti – ha spiegato il segretario generale Cgil Zilocchi – ma è anche una città ferita per come viene gestita la situazione dei lavoratori in alcuni settori”. "In questo senso non siamo all’anno zero, penso ai significativi accordi sindacali chiusi con alcune importanti multinazionali che operano sul territorio. Con la manifestazione del 22 ottobre faremo sentire la nostra voce anche per il Testo Unico regionale sugli appalti che dovrebbe essere approvato nei prossimi mesi”.

Legalità, rispetto, dignità e sicurezza: è questo l’appello che i sindacati hanno rivolto a tutta la città. Erano presenti anche delegazioni di Arci, Rifondazione Comunista, Partito Democratico. In corteo anche il sindaco Paolo Dosi e il presidente della Provincia Francesco Rolleri: “Tutela della legalità, difesa dei diritti e della dignità del lavoro. Le nostre istituzioni credono fortemente in questi valori e vogliamo rappresentare, nel corteo di oggi, una comunità che chiede ad alta voce il rispetto della persona umana, che non può mai venire meno in nome dello sviluppo economico” hanno detto.

“Chiediamo che i lavoratori possano lavorare in condizioni di sicurezza e che le leggi, che esistono, vengano applicate. In particolare il sistema degli appalti sta creando una concentrazione di illegalità da parte di aziende che non applicano il contratto nazionale del lavoro, che non applicano le tariffe riconosciute dalla legge e che non garantiscono il mantenimento del lavoro in caso venga cambiato l’appalto” spiega il segretario provinciale della Cgil Gianluca Zilocchi.

“Abbiamo scelto Piacenza perché qui esiste un polo logistico importante ma purtroppo il problema delle regole non rispettate nel mondo del lavoro non riguarda solo Piacenza. Abbiamo problemi anche nel mondo del turismo, dell’agricoltura, in numerose province della regione. Abbiamo problemi dove la malavita organizzata si è impossessata di pezzi importanti della nostra economia. Lo ha dimostrato il processo Aemilia, purtroppo. La regione Emilia Romagna deve chiudere in fretta la partita della legge sulla legalità. Secondariamente a ogni gara d’appalto il sindacato deve assolutamente essere coinvolto”, spiega Gianluca Zignani segretario regionale della Uil Emilia Romagna.

Non solo logistica dunque come conferma Giovanni Luciano, segretario nazionale Cisl: “La cooperazione è un ramo importante della nostra economia ma deve seguire determinate regole. Invece stiamo andando verso una degenerazione. La caccia al costo più basso si è trasferita alle condizioni di vita delle persone, sfocia in violenza e in situazioni al limite della schiavitù. Non a caso manifestiamo a Piacenza dove esiste un polo logistico importante in cui si verificano troppi fenomeni distorti come aggressioni e vessazioni sui lavoratori. Se non dovessero bastare i risultati ottenuti dal tavolo della legalità al Ministero dell’Economia ci troveremo costretti a intraprendere strade più radicali come quella che Cgil, Cisl e Uil hanno imboccato per rendere reato penale il caporalato: oggi possiamo contare su pene molto severe”.