Convegno nazionale dei Centri interculturali per un “Mondo in Festa”

“In un tempo di incertezze e di scelte cruciali per il futuro, si chiede a coloro che si occupano di formazione, incontro e convivenza di essere soggetti attivi, lucidi e lungimiranti. Si chiede loro di non farsi sommergere dal senso di impotenza e dalla sfiducia che i fatti della cronaca e le immagini quotidiane rischiano di suscitare, ma di agire con lungimiranza, competenza, cura”. Così gli assessori Stefano Cugini e Giulia Piroli, insieme ai rappresentanti delle realtà coinvolte, hanno presentato l’evento “Mondo in Festa”, appuntamento che quest’anno si intreccia con il 19esimo convegno nazionale dei Centri interculturali, ospitato per l’edizione 2016 a Piacenza e intitolato “Vivere insieme in pari dignità”.

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Una serie di incontri e iniziative che coinvolgeranno Piacenza dal 21 al 23 ottobre in varie location e che racconteranno da vari punti di vista il tema dell’inclusione e dell’integrazione tra culture diverse.

“L’appuntamento annuale dei Centri Interculturali si propone di fare il punto sulle sfide e sulle azioni possibili che la contemporaneità, plurale e multiculturale, ci consegna e ci sollecita. I contesti del nostro agire sono noti: la scuole e i servizi educativi, i luoghi dell’incontro nelle città e i servizi per tutti. Le domande sono cruciali, anch’esse già note e tuttavia da situare e attualizzare, rispetto al presente e ai cambiamenti sempre più veloci. Quale ruolo di inclusione e di con-cittadinanza può avere la scuola multiculturale? Quali sono le attenzioni e le scelte più efficaci per far sì che gli spazi educativi e di incontro possano diventare luoghi di pace, scambio e coesione sociale? Quali azioni diffondere per fare delle città degli spazi abitati da con-cittadini e non da estranei?”

“Il convegno nazionale, cerca di rispondere alle sfide dando voce ai protagonisti dell’inclusione, agli educatori e agli insegnanti che cercano di costruire ogni giorno, con pazienza e competenza, le condizioni più adatte ad accogliere, sostenere l’apprendimento di ciascuno, accompagnare e promuovere buone relazioni tra uguali e diversi. Non partiamo da zero, dobbiamo guardare a quanto è stato fatto, praticato, condiviso per poter avere uno sguardo largo e comporre un’idea di inclusione più lungimirante e adatta ai tempi e alle sue sfide”.