Il percorso artistico di Teatro Gioco Vita ha incrociato alcune volte, tra Piacenza e Reggio Emilia, quello di Dario Fo. Il primo incontro a Reggio Emilia, dove Teatro Gioco Vita svolgeva la sua attività prima di stabilirsi definitivamente nella nostra città. Nel 1976 Diego Maj, a cui era stato affidato l’incarico di ideare e curare una serie di seminari al Teatro Municipale Romolo Valli, chiamò Dario Fo a tenere unalezione sul comico. Insieme all’artista che sarebbe stato poi insignito nel 1997 del Nobel per la Letteratura, parteciparono al progetto Jean Pierre Lescot (sul teatro delle ombre), Italo Moscati (sulla drammatizzazione), Emanuele Luzzati, Tonino Conte, Giampaolo Dossena (sul Teatro e la Fiaba).
Poi fu la volta di Piacenza, dove Teatro Gioco Vita portò al Teatro Municipale due spettacoli di Dario Fo, in scena con Franca Rame. Nel febbraio 1994 “Mamma i Sanculotti”, nel cartellone della rassegna “ConTesto e DeRido” (stagione teatrale 1993/1994). Successivamente, nel dicembre 1996 “Sesso e Mistero Buffo”, inserito nei cartelloni 1996/97 “La grande illusione” del Teatro San Matteo e “Perdutamente Teatro” del Verdi di Castelsangiovanni. Un tutto esaurito, con coda al botteghino in occasione della vendita dei biglietti, per una riduzione di “Mistero buffo” che prevedeva nel secondo atto un monologo di Franca Rame tratto da “Sesso? Tanto per gradire”.
«Non ho intenzione in questo momento – sono parole di Diego Maj, direttore artistico di Teatro Gioco Vita – di parlare delle luci e ombre di Dario Fo. In questi anni ho avuto il piacere di ospitarlo nelle nostre rassegne e ricordo con particolare piacere l’incontro avuto nel 1976 in occasione del seminario sul teatro comico a Reggio Emilia. Ero andato nella sua casa a Milano nella zona di Porta Romana, una casa bellissima, avevamo parlato dei dettagli del progetto e Franca Rame si era dimostrata molto attenta a tutti gli aspetti economici. Ricordo con piacere anche il viaggio fatto con Fo da Milano a Reggio Emilia, quando abbiamo parlato non solo di teatro ma anche di vita vissuta. Lui tra l’altro conosceva le nostre attività di animazione teatrale e ne era sinceramente incuriosito. Il momento che però forse ricordo con maggior piacere è quando siamo andati a cena insieme nel 1996 dopo lo spettacolo “Sesso e Mistero Buffo” al Teatro Municipale: abbiamo mangiato tortelli e “picula ad caval” cucinati dalla signora Maria della Trattoria “La Pireina” e in quell’occasione Dario Fo mi fece omaggio di un disegno di cavalieri da lui realizzato al momento».