Ospedale di Castelsangiovanni, anche Salvini firma contro il depotenziamento

Anche il segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini ha firmato la petizione per non depotenziare l’ospedale di Castel San Giovanni. Sono già 14mila le sottoscrizioni giunte al comitato “I castlan i disan no”. Salvini ha firmato domenica 9 ottobre in occasione della festa della Lega Nord che si è tenuta a Pieve Porto Morone. Il sindaco del Comune pavese sin dall' inizio, come tanti sindaci lombardi, si è battuto per impedire il depotenziamento dell'ospedale di Castel San Giovanni. Di seguito il comunicato di Angelo Boledi, presidente del comitato.

Radio Sound

 

IL COMUNICATO DI ANGELO BOLEDI DEL COMITATO "I CASTLAN I DISAN NO"

Notiamo con interesse un grande fermento sulla stampa locale riguardante il futuro dell’Ospedale di Castel San Giovanni. Nonostante gli attacchi al nostro Comitato con le parole: “Sciocchezze che sembrano verosimili solo a chi non è addentro alle questioni sanitarie”, non intendiamo replicare considerando che l’affermazione possa scaturire dal gioco delle parti. Stiamo ai fatti. Le voci che furono tradotte sul volantino del Comitato “I castlan i disan NO” alcuni mesi fa, altro non erano che lo specchio di ciò che la Direzione Sanitaria, nel corso di riunioni molto riservate veniva a proporre verbalmente (voci per l’appunto!) agli operatori dei servizi dei vari settori. Forse per saggiare il terreno?….. . l’imprevisto fu proprio la nascita e la conseguente, rapida crescita esponenziale del nostro Comitato sul quale fioccavano migliaia di firme di sostegno e di rappresentanza che oggi sono circa 14.000. Come un potente megafono, il Comitato interessò di questo grave problema sul nostro ospedale di distretto tutta la cittadinanza. E ci viene ora da pensare se, in assenza del comitato “rompiscatole”, oggi i titoli dei giornali sul tema, sarebbero gli stessi.

Oggi, in segno di distensione, a seguito delle promesse della Direzione Generale Sanitaria, pubblicate sulla stampa, abbiamo modificato il volantino. Di fianco alla descrizione dei reparti abbiamo sostituito la parola “CHIUDE” con la parola “RIMARRA’?” col punto interrogativo, precisiamo.

Nonostante l’approccio positivo, ancora ci chiediamo di quali tre ospedali parlava la Direzione Generale nell’ articolo, perché’ a noi certe “sciocchezze” proprio non vanno giù. Infatti, gli ospedali in cui si opera oggi, in provincia di Piacenza sono due: quello di Castel San Giovanni e quello di Piacenza (al posto di quello di Fiorenzuola oggi c’è un cratere).  E forse dei due, il secondo, neanche è messo tanto bene. Dato che è stata annunciata la costruzione di un nuovo ospedale a Piacenza che chissà quando potrà ricevere i primi ricoveri: fra un lustro?…. Forse! Ed intanto si fanno a Castello anche interventi di chirurgia d’urgenza su pazienti mandati da Piacenza per saturazione delle loro sale chirurgiche.

Purtroppo sappiamo bene che la salute dei cittadini non si fa coi giochi di Monopoli e nemmeno con le promesse sui giornali. I cittadini rimangono un po’ sorpresi e confusi, chiedendosi come mai una volta si parli di centro di eccellenza oncologica, poi in altra occasione di specializzazioni ortopediche, di chirurgia generale e addirittura di chirurgia ginecologica. E il DAY SORGERY? Non è forse la chirurgia a cinque giorni alla quale si dedicano ben venti letti? E che significato avrà la parola “rimodulati” parlando di letti in chirurgia? A questo punto la paura della trasformazione ad “ospedale del catasto” non ci pare del tutto alleviata. Riguardo alla radiologia, è stata tagliata la reperibilità notturna del medico radiologo, utile anche per il pronto soccorso, perché, ci viene detto, esiste il collegamento telematico con il refertista a Piacenza. Ma se di notte serve una tac con contrasto ove serve la presenza del medico radiologo, che si fa? Mandiamo i pazienti a Piacenza con relativa dilatazione dei tempi, dei rischi connessi, del disagio dei pazienti e con le ambulanze a pagamento?

Si è festeggiato il “VOLO” del nostro ospedale a causa dell’arrivo delle nuove macchine di diagnostica in cardiologia e di un nuovo portentoso software di risonanza, fatti certamente positivi. Queste macchine dovrebbero funzionare in “rete” con l’ospedale di Piacenza. Ma ci chiediamo se il collegamento in rete abbia il significato di trasmettere i rilievi via FAX, forse per assenza di banda larga od altre tecnologie necessarie. Come ci risulta accada oggi anche per gli elettrocardiogrammi trasmessi dopo le ore diciassette per la refertazione in mancanza del cardiologo non previsto in presidio anche notturno.  Si può considerare una grande conquista avere la guardia medica cardiologica aumentata di tre ore dalle diciassette alle venti (ma dal prossimo anno però!… e speriamo non con dei medici “gettonisti” ci permettiamo d’aggiungere)?. 

Fermo restando tutto l’apprezzamento per i numeri lusinghieri che attestano la professionalità e l’efficienza di tutto il personale di cardiologia e radiologia che sono riusciti ad incrementare i numeri delle prestazioni dei rispettivi reparti oggi messi anche in sinergia reciproca, quale ulteriore miglioramento si potrebbe ottenere con l’aggiunta di guardia cardiologica e guardia radiologica sulle ventiquattro ore? Verrebbero sfruttati al meglio gli impianti ai fini economici, si ridurrebbero ulteriormente le liste d’attesa e ne gioverebbe anche il pronto soccorso. Perché’ non istituire questi due servizi? Non costerebbe meno e genererebbe meno rischi che far viaggiare i pazienti nottetempo con ambulanze a Piacenza e ritorno? 

Eppure c’è chi, anziché aprire gli occhi ai propri cittadini, chissà perché ha invece festeggiato. Forse per un po’ di visibilità in più?… per qualche preferenza elettorale in più?…per deferenza al potere costituito aspettandosi all’uopo qualche indulgenza?….

No! I cittadini non si difendono con le passerelle o con le comparsate sui giornali o su facebook o, peggio, coi selfie sorridenti col mandante.  I cittadini si difendono con una corretta seria ed onesta informazione che richiede impegno per l’approfondimento di temi così complessi senza superficialità o per il solo fine di apparire. Senza alcuna connivenza, a prova di qualsiasi tempesta mediatica artatamente lanciata per orientare l’opinione pubblica ed agire al coperto..  Alla Direzione Generale ed alle Istituzioni chiediamo soltanto un po’ più d’ascolto e di rispetto. Non accettiamo che ciò che affermiamo venga catalogato come “sciocchezze” e che veniamo tacciati di “non conoscenza”. Assicuriamo che tra i quattordicimila firmatari sostenitori del Comitato, assieme a tanti cittadini comuni, sono presenti personalità della società civile ed anche qualificati professionisti della sanità ed altri laici.  Auspichiamo che in futuro ciò che accade o dovrà accadere al nostro ospedale sia preventivamente condiviso ed annunciato con chiarezza attraverso i canali istituzionali preposti fruibile a tutta la cittadinanza.  Perché’ mai vorremmo che il “volo” del nostro ospedale di Castel San Giovanni si concludesse con uno schianto! Entro la prossima settimana renderemo pubblica la nostra proposta per il “PIANO DI SVILUPPO DELL’OSPEDALE DI CASTEL SAN GIOVANNI, DALLA PARTE DEI CITTADINI”.