Inizia sabato 1 ottobre con lo spettacolo del TEATRO STABILE DI TORINO – TEATRO NAZIONALE / TEATRO DELLA CADUTA la settima edizione della rassegna Le Voci della Luna al Teatro Trieste 34. La stagione 2016 2017 presenta un cartellone di 9 spettacoli realizzati da compagnie teatrali provenienti dal territorio nazionale e locale . Lo sguardo della direzione artistica ha selezionato spettacoli che spaziano dal burlesque alla narrazione e al teatro d’autore per offrire al pubblico piacentino la possibilità di vedere in scena differenti stili e tecniche teatrali.Il prossimo appuntamento sarà Sabato 8 ottobre con lo spettacolo di burlesque / cabaret Le memorie del Punto G di Golden Din Din
La rassegna inizierà nel mese di ottobre e terminerà nel mese di maggio 2017
Calendario spettacoli
1 Ottobre – Le Rose che non colsi – TEATRO STABILE DI TORINO – TEATRO NAZIONALE / TEATRO DELLA CADUTA
8 Ottobre –Le memorie del Punto G – Golden Din Din27 Novembre – IO – NO IO – L’ALTRO – Pino L’Abadessa
17 Dicembre – Gran Consiglio (Mussolini) – Tom Corradini7 Gennaio – ARIA – Anfiteatro (Mi)
21 Gennaio – Foll’ Epoque – GolDen Din Din e Mizi Mia Grand ‘ Ame
11 Marzo – Sciopero – PKD29 Aprile – Le Memorie del Punto G 2 – Golden Din Din20 Maggio – Foll’ Epoque – GolDen Din Din e Mizi Mia Grand ‘ Ame
Sabato 1 ottobre 2016 ore 21,00
TEATRO STABILE DI TORINO – TEATRO NAZIONALE / TEATRO DELLA CADUTA “LE ROSE CHE NON COLSI”
Omaggio a Guido Gozzano uno spettacolo di Lorena Senestrocon Lorena Senestroe Andrea Gattico al pianoforte regia Massimo Betti Merlinmusiche originali Andrea Gattico
Un inno alla poetica di Gozzano e alla apparente semplicità della sua forma. Esteta, dandy e osservatore privilegiato della realtà, il poeta, attraverso le sue parole, ha saputo farci agognare la bellezza delle cose e della persone semplici, in una declinazione tutta piemontese, ma con l’universalità propria della poesia. Autrice ed interprete dello spettacolo sarà Lorena Senestro, affiancata dall’eclettico pianista Andrea Gattico, con la regia di Massimo Betti Merlin.
«La breve e patetica trama della biografia di Guido Gozzano – scrive il regista Massimo Betti Merlin – ha sempre agito sopra i lettori della sua opera poetica con una irresistibile forza di suggestione: esteta, dandy, incapace di vivere pienamente la vita – “il triste che cerca l’amore per il mondo, vizioso fanciullo viziato, sulle orme del piacere vagabondo” – Gozzano manifesta un’ambiguità che trova nel paradigma dell’attore e del palcoscenico un testimone esemplare: aspira alla gloria poetica e alla celebrità, ma insieme le fugge agognando la sapienza e la semplicità del vivere. Lorena Senestro ci conduce in un’indagine sulla biografia e la poetica del poeta torinese, sulla apparente semplicità della sua forma – “questo mio stile che pare lo stile d’uno scolare corretto un po’ da una serva”. Nelle vesti della signorina Felicita, ripropone il celebre incontro immaginario con Guido dal suo punto di vista: imprigionata nel “salottino in disuso”, alla piemontese, utilizzato solo per le occasioni, Felicita rievoca le storie e i personaggi delle poesie di Gozzano, facendole ruotare di fronte allo spettatore come quadri d’ambiente di un vecchio carillon. Dialoga con il poeta disvelando quanto di umano si nasconde dietro all’immagine del letterato.Andrea Gattico, brillante e scherzoso, è il pianista da tabarin torinese, con papillon, canzoni e abito da sera, che rievoca quell’ironia tipica e quella fantasia bambina che pervade le poesie di Gozzano: “un senso buffo d’ovo e di gallina”».
«Ne La signorina Felicita, Guido Gozzano proclama il suo sogno di vivere con la sua “piccola consorte vivace, trasparente come l’aria”, così manifestamente da preferirla a “una intellettuale gemebonda” vincendo infine il suo morbo più vero, quella “fede letteraria che fa la vita simile alla morte” (E.Sanguineti, Einaudi)».
Nelle vesti della signorina Felicita, Lorena Senestro propone una personalissima interpretazione del celebre “salottino in disuso” di Guido Gozzano, accompagnata al pianoforte da Andrea Gattico, che ricorda il pianista da tabarin torinese, con quell’ironia tipica e quel ”senso buffo d’ovo e di gallina” che pervade le poesie di Gozzano. Felicita è appartenuta davvero alla biografia del poeta, ma con un nome diverso. Nello spettacolo la ritroviamo nel salotto della sua “casa centenaria”, imprigionata dai ricordi e anch’essa “in disuso”, sempre nubile, in compagnia del cucù e del mobilio che assumono, come fantasmi, proporzioni smisurate. Immobilizzata nel tempo sospeso dell’attesa, spera nel ritorno di Guido. Ma Guido non tornerà più: stroncato a trentadue anni dalla tubercolosi, è vivo solo nei ricordi di giovinezza di Felicita. Una esistenza di provincia, spesa in compagnia del padre e ravvivata dall’emozione degli incontri con Guido, il “poeta vagabondo”, suo primo e forse unico innamorato: “Tu non fai versi. Tagli le camicie per tuo padre. Hai fatto la seconda classe, t’han detto che la Terra è tonda, ma tu non credi… E non mediti Nietzsche… Mi piaci. Mi faresti più felice d’un’intellettuale gemebonda…”.Gozzano si presenta allo stesso tempo come scrittore e come personaggio, a metà strada, come aveva avuto modo di sottolineare Eugenio Montale, tra antico e nuovo, tra cultura romantico-verista e decadente, con le sue rime irripetibili in cui ritmo, suono, immagini, senso, si fondono mirabilmente, lasciando dietro di sé lo spettro di passeggiate e giardini, fondali torinesi, atmosfere e malinconie dettate dalla contemplazione del passato.La breve e malinconica trama della biografia di Guido Gozzano ha sempre agito sopra i lettori della sua opera poetica con una irresistibile forza di suggestione: esteta, dandy, incapace di vivere pienamente la vita – «il triste che cerca l’amore per il mondo, vizioso fanciullo viziato, sulle orme del piacere vagabondo» Lorena Senestro lavora alla drammaturgia come Felicita con le camicie del padre: cuce pazientemente, con lavoro accurato, solo quegli estratti dei versi in grado di prendere vita sul palcoscenico, passati al vaglio della prova pratica dell’attore sulla scena. Una procedimento di scrittura scenica che accompagna il suo lavoro dagli esordi – prima con Leopardi e poi con Flaubert – una selezione di emergenze verbali utili non tanto a raccontare, quanto principalmente a mostrare e far rivivere direttamente allo spettatore l’esperienza del personaggio. Di Felicita in questo caso.
Lorena Senestro Classe 1979, vive e lavora a Torino. Laureata in Drammaturgia teatrale, nella convinzione che la miglior formazione per un attore sia il palcoscenico, nel 2003 ha finanziato e costruito con le proprie mani il Teatro della Caduta – una piccola sala di 50 posti che offre la possibilità agli attori di recitare di fronte a un pubblico sempre presente.Ha scritto e interpretato spettacoli presentati al Teatro Stabile di Torino e ha lavorato, tra gli altri, con Valeriano Gialli (“Sarrasine”) e Gabriele Vacis (“R&J links”, TST).E’ autrice e interprete dei suoi spettacoli, tra cui : “Madama Bovary”, liberamente ispirato a “Madame Bovary” di Gustave Flaubert con brani tratti da Guido Gozzano e spettacolo finalista Premio Scenario 2011, Menzione Speciale Argoy Off 2013, selezione Milano Next 2015 e “Leopardi Shock”, liberamente tratto da le “Operette Morali” di Giacomo Leopardi. Andrea Gattico Compositore, pianista e cantante è autore di colonne sonore per documentari di creazione, film d’animazione, spot pubblicitari, spettacoli teatrali. Fondatore dell’Orchestra Minima Gattico & Suzuki e del quartetto Espresso Atlantico. Insieme al poeta Guido Catalano è autore dello spettacolo/reading “Sbronzi all’alba senza sigarette”. Dal 2007 è’ co-autore e impegnato nella realizzazione del varietà che va in scena tutti i martedì al Teatro della Caduta. Attualmente armato di baffi, pianoforte e tenuta da ammiraglio è facile vederlo animare le notti torinesicon partecipazioni a numerosi spettacoli d’arte varia, readings, concerti. Massimo Betti Merlin Nel 2014 ha ricevuto il premio nazionale Kilowatt-Titivillus, ideato da Franco Quadri eLuca Ricci e assegnato ogni anno a un giovane direttore artistico che si sia distinto per la qualità del proprio lavoro, per le idee messe in campo, per la forza della proposta artistica, per la capacità di accoglienza, nonché per la trasparenza e la correttezza professionale. E’ stato assistente alla regia artistica per la Cerimonia di Chiusura delle Paralimpiadi 2006. Ha ideato, diretto e organizzato 6 diverse produzioni di teatro, musica e arte di strada, con spettacoli da tutta Italia.