Iannacone: “Il giornalismo deve raccontare la vita rispettando la dignità”

Forse la maggior parte dei telespettatori li ricorderà a “Le invasioni barbariche”, ma i redattori di Radio shock non si sono fermati a quell'esperienza, hanno portato avanti il loro modo di pensare, di utilizzare un mezzo televisivo o meno per trasmettere dei messaggi. Nella mattinata del 23 nella cornice di Sant'Ilario a Piacenza, é andata in scena un'altra, ennesima tappa di questo percorso, arrivato ormai al decennale. L'incontro “Quando il giornalismo racconta la vita rispettando la dignità” é stato curato da Svep in collaborazione con l'Ordine dei Giornalisti dell'Emilia Romagna. Sono intervenuti il medico Emanuele Guagnini, coordinatore della radio e Domenico Iannacone, giornalista, nonché ovviamente i redattori di Radio Shock. A moderare Carla Chiappini, responsabile dell’Ufficio Stampa di Svep.

Radio Sound

“La dignità é solo dell'uomo che ha capacità di empatia e durante l'incontro é stato dimostrato anche scientificamente che ognuno di noi é totalmente dipendente dagli altri – ha spiegato il dottor Guagnini -, perché? A causa dei neuroni specchio. L'inizio della radio, come tutte le cose che vale la pena fare, non fu semplice, ma col tempo sono nate idee molto interessanti: prima domande al paziente poi al personaggio famoso, poi interviste ai monumenti di Piacenza, interpretati da personaggi noti della città.  Abbiamo intervistato il cavallo di Ranuccio Farnese. Siamo stati capaci di indurre comportamenti empatici, é uno sdoganamento della malattia, facciamo anche incontri nelle scuole. L'incontro con questi ragazzi rappresenta sempre qualcosa di molto particolare. Attualmente stiamo raccogliendo interviste agli organi del corpo umano”.

Domenico Iannacone ha raccontato la propria esperienza: “Quello che succedeva in termini di attualità nei programmi televisivi di cui mi sono occupato é che vi era troppa ripetitività, causa del venir meno dell'interesse dello spettatore. Ho cominciato a capire che quella dimensione cominciava a starmi stretta. Così mi ha affascinato maggiormente la dimensione delle storie vere da raccontare, che solo apparentemente sembrano di secondo piano. Sto cercando delle sacche di verità. Fondamentalmente non esiste una dimensione di racconto che deve essere urlato, per entrare in contatto con un'altra realtà bisogna sporcarsi le mani, perché é fatta di sfumature, e vanno cercate. La dimensione di uno spazio giornalistico libero va invogliata”.

A conclusione dell'incontro, Iannacone é stato sottoposto alle domande “scioccanti” dei redattori, anche in dialetto piacentino.