
Piacenza 21.09.2016 E’ stimata in circa 200kg, la quantità di carne di cinghiale che, nel pomeriggio di martedì 20 Settembre, i Forestali della Stazione di Bettola, al comando del Vice ispettore Gianluca MANCINELLI, hanno impedito che venisse immessa nella filiera fuori da ogni controllo sanitario. Nello stabile ad uso agricolo della media Valnure, utilizzato anche come punto di ritrovo per le attività venatorie, la presenza di una “cella frigo” di tipo professionale sia per dimensioni che per tecnologia, ha suggerito agli Ufficiali di Polizia Giudiziaria del Corpo Forestale dello Stato, che le attività di macellazione non fossero estemporanee ma, purtroppo, con molta probabilità consequenziali ad ogni fruttuosa battuta di caccia. L’ operazione di sequestro e deferimento alla Autorità Giudiziaria del Bettolese 60 enne responsabile, è scaturita a seguito di indagini inserite in un più ampio piano di controlli Regionali coordinati in loco dal Comando Provinciale di Piacenza
L’ attività del Corpo Forestale dello Stato nel Piacentino, finalizzata ad indagare nell’ambiente delle macellazioni clandestine di cinghiali selvatici, già in passate operazioni di Polizia Giudiziaria ha messo in luce il fenomeno della macellazione e commercio illegale di carne essendo la stessa non sottoposta a visita ispettiva veterinaria e pertanto priva di bollatura sanitaria.Dagli uffici di via Caccialupo si sottolinea che, l’ obiettivo primario dei controlli, è quello di far emergere la carne di selvaggina che, abbattuta in ossequio al piano provinciale di eradicazione/selecontrollo , alle volte viene deliberatamente occultata alla vigilanza sanitaria in quanto oggetto di lavorazioni completamente abusive. L’elusione ai controlli è praticata al fine di ottenere una riduzione dei costi di sezionamento e di certificazione con il derivato ingiusto profitto economico ; profitto che va invece a danno di quella filiera di operatori rispettosi delle normative.Il pacchetto igiene (Reg. CE 853/04), tra l’altro, include la caccia nella produzione primaria, qualora vi sia la volontà di immissione in commercio. E’ da intendersi con “immissione in commercio” anche la cessione in forma gratuita. ( Reg. CE 178/02) .
Il mancato rispetto di queste ed altre indicazioni normative viene punito dal D.Lgs. n. 193/07 e, nello specifico, chi effettua attività di macellazione di animali, di produzione e preparazione di carni in luoghi diversi dagli stabilimenti o dai locali a tale fine riconosciuti, rischia l’arresto da sei mesi ad un anno o l’ammenda fino a euro 150.000.