Segnali positivi per il settore della frutta, crescita del 2 per cento

Aumenta la produzione di frutta della provincia di Piacenza che nel 2015 ha segnato un  +2 per cento nel numero di ettari coltivati rispetto al 2013. Ad annunciarlo è Coldiretti Piacenza sulla base di un’elaborazione dei dati presentata in occasione del Macfrut, la rassegna internazionale dell’ortofrutta di Rimini. Protagoniste della rassegna ortofrutticola, nello stand Coldiretti (Padiglione D1 – stand 144) le aziende piacentine Eridano, dedicata alla produzione vivaistica di piantine orticole, e Arp con il Consorzio Casalasco del pomodoro.

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“Nel 2015 rispetto al 2013, afferma Giovanni Morini, responsabile economico di Coldiretti Piacenza, sono tornati a crescere gli ettari di melone (+14%), di melo e pero (+5%), ma anche di susino con un vero boom (+32%). Il ciliegio, rimane costante mentre calano anguria, albicocco, pesco e uva da tavola.”

“A sostenere la produzione, prosegue l’esperto, è la svolta sulle tavole degli italiani sul fronte dei consumi di frutta e verdura che, da un’analisi della Coldiretti, risultano aver raggiunto il massimo dell’ultimo quadriennio per effetto di un aumento progressivo annuale medio di 3 chili di frutta e verdura per persona: il risultato è che proprio questa voce di spesa è diventata la prima del budget alimentare delle famiglie.”

Un cambiamento spinto soprattutto dalle preferenze alimentari dei giovani che fanno sempre più attenzione al benessere a tavola come dimostra il fatto che il 37% dei cosiddetti “millennials”, giovani nati dopo il 1980, è intenzionato a spendere di più per gli acquisti di ortofrutta secondo lo studio presentato all’incontro della Coldiretti dal professor Felice Adinolfi, docente di Economia e Politica Agraria all’Università di Bologna. I comportamenti di consumo alimentare – rileva lo studio – privilegiano l’origine, la salubrità e l’innovazione in termini di servizi che accompagnano il prodotto. In particolare l’origine risulta il criterio di scelta prioritario per il 53 per cento dei consumatori italiani e il 34 per cento dei consumatori europei mentre, nonostante le difficoltà economiche, i numeri dei consumatori italiani che scelgono in base al prezzo basso si fermano al 32%.