Tragedia poco prima di mezzanotte di ieri sera, mercoledì 14 settembre, a Montale, in via Riva, davanti allo stabilimento di logistica GLS. Alcuni operai iscritti al sindacato USB si trovavano all’esterno del magazzino per una protesta quando un operaio egiziano di 53 anni è stato travolto e ucciso da un tir che usciva proprio dal capannone dopo aver terminato le consuete operazioni di scarico merci. Alla guida un autotrasportatore italiano di 43 anni. Subito dopo l’incidente il camionista è stato aggredito verbalmente, e non solo, dai manifestanti e solo l’intervento di una volante della polizia che si trovava già sul posto per il monitoraggio del picchetto ha impedito il peggio. Trasportato in questura, il 43enne era stato inizialmente arrestato con l’accusa di omicidio stradale. Sul posto sono invece intervenuti i soccorsi del 118 con un’ambulanza e un’automedica che hanno cercato di salvare la vita al 53enne, ma ormai era troppo tardi. Il camionista è stato interrogato tutta notte poi, alle prime luci dell’alba, sono emersi elementi che hanno convinto gli inquirenti a non convalidare l’arresto e anzi rilasciare l’uomo. A spiegare quali siano questi elementi è stato il procuratore capo Salvatore Cappelleri insieme al pm Emilio Pisante. Con loro il vicario del questore Maria Elisa Mei e il capo di gabinetto della questura di Piacenza Stefano Vernelli.
Elementi importanti perché la ricostruzione proposta dagli inquirenti differisce radicalmente da quella dei militanti dell’USB. In particolare il sindacato sostiene che un presunto operatore dell'azienda GLS avrebbe esortato l'autotrasportatore a partire, invitandolo con fermezza a procedere nonostante i manifestanti presenti in strada.
Il punto di vista dei manifestanti è espresso da Riadh Zaghdane, referente del sindacato: “Abbiamo deciso di organizzare un’assemblea all’esterno della GLS perché l’azienda non aveva mantenuto alcune promesse fatte ai lavoratori. Al termine dell’assemblea è intervenuta la Digos della questura che ha mediato con la dirigenza permettendo a una delegazione di lavoratori di incontrare i rappresentanti della ditta. L’incontro è andato malissimo e non abbiamo ottenuto le risposte che cercavamo. A quel punto è iniziato il picchetto con alcuni operai che hanno iniziato a posizionarsi davanti ai cancelli per bloccare il passaggio ai tir. Un camion ha comunque iniziato le manovre per uscire dai cortili della GLS e nonostante la presenza di numerosi manifestanti un addetto dell’azienda ha incitato l’autotrasportatore ad avanzare. Il conducente ha seguito il consiglio ed è partito: a quel punto è accaduta la tragedia. Il camionista credeva che il manifestante si sarebbe spostato, il manifestante credeva che il camionista si sarebbe fermato. Non è accaduto nulla di tutto ciò e il nostro collega è stato ucciso”.
Come detto, sul posto era presente una pattuglia della polizia, intenta a monitorare l’andamento dell’assemblea. “La pattuglia ha visto tutto e non è accaduto nulla di tutto ciò” spiega il procuratore capo Salvatore Cappelleri: “Innanzitutto non era in atto alcun blocco al passaggio dei tir. Era presente una trentina di persone impegnata in questa assemblea del tutto tranquilla. A un certo punto l’operaio egiziano di 53 anni si è avvicinato ai cancelli dell’azienda proprio mentre il mezzo pesante stava eseguendo manovra per uscire dai cancelli. Una manovra tra l’altro molto lenta. Gli agenti a bordo della volante hanno notato che l’uomo si stava avvicinando pericolosamente e hanno iniziato a richiamare sia la sua attenzione sia quella dell’autotrasportatore, ma purtroppo non sono riusciti nel loro intento e il camion ha travolto il 53enne. Il camionista non si è accorto di nulla, solo quando è stato aggredito dai militanti del sindacato si è reso conto che qualcosa di grave era successo. L’autotrasportatore è stato interrogato tutta notte, poi alle prime luci dell’alba abbiamo ricevuto un’informativa dalla questura in cui la pattuglia in servizio in quei momenti confermava quanto detto dal conducente. Ulteriore conferma proviene dalle registrazioni delle telecamere di sorveglianza che mostrano l’esatta dinamica: è stato l’uomo ad andare verso il tir. Per questo motivo abbiamo deciso di rilasciare il camionista in libertà. Ora – continua Cappelleri – il 43enne resta indagato per omicidio stradale, maggiori dettagli potrebbero emergere dall’autopsia e dai rilievi della Scientifica”.