Il Po ricorda. IL FIUME E’ UN MOSTRO Sabato 10 settembre dalle 16.30 con Arti e Pensieri a Palazzo Farnese e sul Lungo Po Sabato 10 settembre dalle 16.30 a Palazzo Farnese e a seguire sull’argine del Po (zona riqualificata all’altezza della banchina di attracco Città di Piacenza, zona Canottieri Vittorino da Feltre), prosegue la quarta edizione de “IL PO RICORDA. Vivere il confine”, la rassegna di incontri a cura dell’Associazione culturale Arti e Pensieri. Il nuovo attesissimo appuntamento, a ingresso libero e rivolto a un ampio pubblico grazie alla modalità comunicativa trasversale e inclusiva, si intitola Il fiume è un mostro e porterà a riflettere su come, già nelle culture antiche, il fiume fosse considerato il luogo del ‘rimosso’ e simbolo di ciò che fa paura. L’aspetto terrifico del fiume sarà infatti oggetto di una visita alle 16.30 presso i Musei Civici di Palazzo Farnese guidata dai giovani esperti di Arti e Pensieri che condurranno i visitatori a scoprire reperti archeologici come, ad esempio, le spade dell’età del Bronzo donate al Po in un rituale propiziatorio destinato a calmarne le ire. Una sosta sarà dedicata al celebre Fegato etrusco, in cui si può osservare come secondo la religione di questo popolo i fenomeni naturali anomali o catastrofici, come per esempio le alluvioni, fossero considerati monstra, cioè prodigi da interpretare come segni degli dei. Degni di attenzione dal punto di vista specifico della giornata sono anche i dipinti seicenteschi conservati in Pinacoteca appartenenti al genere cosiddetto delle “borasche”, nei quali si può individuare una sorta di raffigurazione “horror” ante litteram. L’aspetto terrifico del mondo acquatico, in questo caso i mari tempestosi, assume in qualche modo una funzione catartica nel contesto di un racconto che mette premeditatamente in scena, per esorcizzarla, la paura delle forze sovrastanti della natura.
Successivamente ci si sposterà sul lungofiume, toccando i punti delle installazioni del progetto d’arte ambientale POrta, con il quale l’artista Antonella De Nisco ha inteso dare voce al paesaggio e segnare un percorso di riavvicinamento al Po, custode di un’identità ancestrale da riscoprire e valorizzare.
Giunti sull’argine, intorno alle 17.30, i partecipanti saranno coinvolti in workshop nei quali faranno la conoscenza di mostri di varie tradizioni, da quelli padani ai mostri della tradizione giapponese. Scopriremo quali strane creature abita(va)no le acque del nostro fiume e ciascuno potrà disegnare, con la supervisione dell’illustratore Sergio Anelli, il proprio personalissimo Mostropo. In seguito conosceremo dei mostri in carne e ossa (anzi, squame!), grazie a giovani cosplayer, tra cui la piacentina Silvia Trebbi: facendo un viaggio che partirà dalle illustrazioni tradizionali dei mostri negli emakimono, i rotoli illustrati, per arrivare al manga, agli anime e appunto al cosplay, scopriremo come la cultura giapponese, solo apparentemente così lontana dalla nostra, abbia, in fatto di fantasia mostruosa, molto da raccontarci. Basti l’esempio della sirena, figura metà pesce e metà donna, che nella tradizione occidentale ammalia e uccide i marinai, mentre in Giappone vive nei fiumi e dà la vita eterna a chi si nutre delle sue prelibate carni: anche sul Po per un giorno sarà possibile incontrarne una…a quale dei due mondi apparterrà? Ogni partecipante potrà tenere con sé i disegni prodotti e, infine, farsi creare delle fantasmagoriche squame con un trucco speciale ad acqua!Alla sera, poi, le rive del Po ospiteranno un grande concerto rock per onorare il fiume e tutti i mostri che lo abitano. Il concerto Monster of Orzorock sarà realizzato in collaborazione con Orzorock Music, l’etichetta che organizza la manifestazione che da vent’anni si tiene sulle rive del Trebbia e che ora approda alla foce, sul Grande Fiume, con la direzione artistica di Gabriele Finotti, leader dei Misfatto.
Le band ‘mostruose’ della serata, che vedranno sul palco anche ospiti di caratura nazionale, sono: CIELI NERI SOPRA TORINO (Acqui Terme – AL)In uscita con Orzorock Music l’album autunnale, da ascoltare “La morte avrà i tuoi occhi”. SLUT MACHINE (LO)Il trio femminile da Lodi con furore per far sentire il meglio dei nuovi brani dal vivo. MISFATTO (PC)Band storica di Piacenza. Nel 2017 in uscita il decimo album per i trent’anni dalla nascita del nome. LE CHARLESTON (ospite nazionale)Quintetto tutto femminile dalla riviera romagnola. Pop rock giovanile e grintoso. La band ha aperto varie volte Ligabue ed è stata la band di Colorado 2015. CASABLANCA (ospite nazionale)Che dire di Max Zanotti, leader del gruppo, un’icona del rock italiano. Ex Deasonika, è tornato con un progetto massiccio nel 2016, con un disco tutto da ascoltare. Vicino al Po possibilmente!
Costelleranno il Lungo Po stand gastronomici con spiedini, panini, salamelle, birra, cocktails, e i mitici stricci fritti dei pescatori della Tana di Roncarolo! Già dal pomeriggio gelato artigianale, waffel su stecco e crepes offerti dalla speciale bici di Cremosonda. La rassegna proseguirà sabato 17 settembre con SPAZIO AL FIUME, l’ultimo appuntamento della quarta edizione de IL PO RICORDA. Dalle 16 sul Lungo Po con tavola rotonda, land art, laboratori, bicitour e aperitivo. L’evento è parte della rassegna Il Po ricorda. Vivere il confine, vincitrice del bando “Giovani per il Territorio”, indetto dall’Istituto Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia Romagna (IBACN). La manifestazione, giunta alla quarta edizione, è promossa dall’Associazione Culturale Arti e Pensieri in collaborazione con il Comune di Piacenza, con il patrocinio del Festival Europeo della Via Francigena ed il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano e del Consorzio di Bonifica, oltre all’ormai consolidata rete di collaborazioni con enti e associazioni sia pubbliche che private del territorio. Il progetto IL PO RICORDA intende approfondire l’indagine storica sulle dinamiche e sui significati del complesso rapporto di Piacenza con il Po, seguendo il filo conduttore del confine, al di là delle sue valenze puramente geografiche e politiche, fino a intercettarne le più profonde implicazioni culturali di limite o nuova prospettiva, luogo di separazione o di incontro tra diversità.“Il confine è un limite / Il confine è un luogo dove ogni cosa è possibile”, recita il concept della quarta edizione della rassegna.