“Non ha detto niente, soltanto ‘ahia’ mentre lo tenevo fermo stringendolo”. I negozianti di via XX Settembre si sono radunati davanti alla tabaccheria di Mauro Saccardi in via San Giuliano, attirati dal trambusto, e quando il titolare del negozio è salito a bordo dell’ambulanza lo hanno salutato con un lungo applauso. Intanto il 39enne piacentino autore della rapina era già sulla volante con le manette ai polsi. “Ho agito lucidamente, non per rabbia ma perché quando un individuo entra nel tuo negozio e ti intima di consegnare l’incasso è come se ti lanciasse una sfida di un’arroganza inaccettabile. Col senno di poi rifarei tutto quello che ho fatto, magari stando più attento a non prendere coltellate ma non lo lascio andare uno così”.
“All’inizio non ho visto il coltello: il bandito ha aspettato che io aprissi il registratore di cassa e a quel punto ha infilato un braccio per arraffare il denaro. Io l’ho visto e l’ho bloccato. A quel punto mi ha colpito con il coltello due o tre volte e da lì è nata la colluttazione. Lo ho disarmato, bloccato e aspettato che arrivasse la polizia”.
“C’è un problema di sicurezza, è vero, ma sarebbe un problema facilmente risolvibile. Basterebbe davvero poco, sarebbe sufficiente che si introducesse il bancomat o la carta di credito come unico strumento di pagamento. A quel punto cosa vengono a rubare se nel negozio non ci sono soldi? E’ già tutto pronto, sarebbe una soluzione semplicissima, la più facile del mondo, ma i politici non riescono a capirlo”.