Annegato in Trebbia, colletta di amici e colleghi per far tornare a casa Said

Una catena di solidarietà per la famiglia di Said Saqi, il 37enne di origini marocchine ritrovato senza vita nelle acque del fiume Trebbia a San Nicolò domenica 14 agosto. A lanciare l’allarme era stata una donna, insospettita nel vedere una bicicletta e alcuni effetti personali abbandonati in prossimità di un laghetto. La passante aveva così avvertito i carabinieri che si erano precipitati sul posto insieme ai vigili del fuoco: dopo alcune ore di ricerca il macabro ritrovamento, il corpo di Said, deceduto per annegamento. La notizia della morte del 37enne, residente a Calendasco insieme alla compagna e a quattro figli, ha destato un vero e proprio choc tra gli amici e i colleghi dell’uomo che hanno deciso di agire insieme per finanziare il rimpatrio della salma e i funerali. La vittima della tragedia lavorava all’Ikea per la cooperativa San Martino: colleghi della multinazionale svedese, soci della cooperativa e amici hanno raccolto i fondi per permettere a Said di tornare a casa. Il tutto con il prezioso aiuto anche dell’Associazione Italo-Marocchina. Un gesto che ha commosso i familiari del defunto: “Ringraziamo fortemente l’associazione culturale Italo-Maroccchina, i numerosi colleghi dell’Ikea (DC1, DC2, CDC) e la cooperativa San Martino per gli aiuti emotivi ed economici per il rimpatrio della salma e il funerale. Non sono stati solo arabi o musulmani ad offrirgli aiuti ma tutti i colleghi e gli amici di ogni nazionalità e credo”.

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