La Regione Emilia-Romagna (http://statistica.regione.emilia-romagna.it) ha recentemente diffuso le stime della popolazione residente al 2034, quantificando a quella data più o meno gli stessi abitanti di oggi (circa 4,5 milioni), ma con significativi cambiamenti nei rapporti tra le diverse generazioni, perché ci saranno meno giovani e più anziani.
I primi (0-14 anni) diminuiranno per effetto del calo della natalità, atteso anche per il futuro, e per la riduzione dei flussi in ingresso (soprattutto stranieri), con un saldo negativo nei prossimi 20 anni di circa 60mila unità. I secondi (over 65) vedranno invece un aumento, a causa dell’innalzamento ulteriore della speranza di vita, con le donne che passano da 85,4 anni nel 2014 a 87,3 anni nel 2034, e gli uomini rispettivamente da 81,0 a 83,9 anni. Nel 2034 gli anziani potrebbero così superare la soglia di 1,2 milioni di individui, con un’incidenza sulla popolazione totale di quasi il 30%.
Gli scenari demografici prospettati richiamano quindi l’attenzione sulle politiche e gli strumenti da adottare per far sì che la quota di popolazione in età lavorativa continui ad essere capace di sostenere lo sviluppo regionale.
Solo ipotizzando livelli di immigrazione simili a quelli registrati nei primi anni 2000 la consistenza delle giovani generazioni potrebbe tornare ad aumentare, e con essa anche le nascite, innescando un’inversione di tendenza.
Qui sotto la proiezione della popolazione per la provincia di Piacenza, attesa a 284.300 unità, 3.700 in meno rispetto ad oggi. I giovani sino a 19 anni diminuiranno di circa 2mila unità, mentre gli anziani (oltre 60 anni) aumenteranno di 16mila. Da evidenziare inoltre il calo di 17.700 unità della popolazione tra 20 e 60 anni, quella cioè con la più alta partecipazione al mercato del lavoro.