“Bentornato Paolo, erano tre giorni che ti aspettavamo”. Con la voce rotta dall’emozione, il parroco don Antonino Scaglia ha accolto il feretro del nipote, il fiosioterapista deceduto a causa di un tragico incidente avvenuto lunedì scorso, 27 giugno, a Chiavenna Landi, lungo la strada che da Piacenza porta a Cortemaggiore.
Altra vittima, in sella alla moto guidata dal 54enne, anche la giovane Nadia Bortolotto, 26 anni, anche lei laureata in fisioterapia e impiegata al centro Inacqua, i cui funerali sono celebrati invece nel suo paese d’origine: Predosa, in provincia di Alessandria. Uno schianto, nel quale sono rimasti coinvolti un furgone e due auto, oltre a diverse persone, sul cui dinamica stanno ancora cercando di fare luce le forze dell’ordine.
Le esequie di Paolo Scaglia si sono tenute questa mattina, 30 giugno, nella basilica di Nostra Signora di Lourdes, in città, alla presenza moltissime persone. Già prima dell’inizio della cerimonia, all’esterno, un muro di cittadini era accorso per stringersi alla famiglia e sostava in silenzio al culmine della scalinata, senza contare gli altri all’interno della grande chiesa. “Siamo qui, intorno al tuo papà e alla tua mamma – ha continuato il parroco visibilmente commosso – e voglio prendere spunto proprio da un passo dal Vangelo. Non penso di essere in errore nel sostenere che Paolo, lungo tutta la sua vita, abbia avuto lo stile del buon samaritano”.
Il 54enne lavorava al centro Inacqua – oggi chiuso per lutto -, del quale era stato tra i soci fondatori dal 1989 e dove aveva conosciuto Nadia. Era un idrochinesiologo, un vero esperto del proprio settore e infatti presiedeva a convegni e incontri. Non era sposato e non aveva figli, ma tantissimi gli amici, oltre ai numerosi pazienti che gli sono costantemente rimasti legati. “Un buon samaritano – ha continuato il parroco, adducendo proprio allo stile di vita di Paolo, professionale e affabile – nel lavoro, nelle amicizie, nel divertimento. Ne è testimonianza la vostra presenza qui, così numerosi, le tante attestazioni di stima e le partecipazioni di condoglianze che sono arrivate in questi tre giorni”.
Una scomparsa, quella di Paolo Scaglia, che ha scosso chi lo conosceva o gli era legato. In particolare, com’è naturale, mamma Anna Rosa e papà Carlo, che dall’arrivo della bara non hanno staccato per un attimo lo sguardo dal loro figlio, che ha avuto purtroppo un così tragico destino. Lo zio, don Antonino Scaglia – al quale è toccato l’ingrato compito di celebrare il funerale del nipote – ha quindi voluto concludere lanciando un messaggio a tutti i presenti, forse nel modo che avrebbe preferito lo stesso Paolo: “Sono tanti i momenti e le situazioni che portiamo in fondo al cuore, ricordiamolo così. Ognuno di noi lo porti con se per quello che ha vissuto insieme a lui”.