Riservati ma cordiali, una coppia affiatata e serena. Questo è ciò che emerge sondando la cerchia di amici e vicini di casa di Davide Giuliani e Simona Rossi. Abitavano in via Maggi da tanti anni, lei assistente in una scuola materna della città, lui titolare dell’armeria “La Lupa” di via Corneliana: “Lei aveva ottenuto l’abilitazione per stare in armeria con il marito – racconta Angelo Zilli, titolare del negozio di hi-fi Club 33, sempre in via Corneliana – quando preparava il caffè veniva a bussare alla porta del mio esercizio per invitarmi a fare pausa insieme a loro. Ciò che mi è rimasto più impresso è che bevevano il caffè dalla stessa tazza, un gesto semplice ma che rende perfettamente l’idea di quanto fossero uniti”. Zilli era anche amico di Giuliani: “Una persona splendida, se avevi bisogno di un qualsiasi aiuto lui c’era, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Non riesco davvero a credere a ciò che è successo”. Gli inquirenti stanno ancora cercando di capire le origini di questa duplice tragedia: perché Davide ha deciso di uccidere la moglie per poi togliersi la vita? Oppure, perché hanno deciso insieme di farla finita? Già perché non è chiaro nemmeno se Simona fosse consenziente o se Davide l’abbia in qualche modo costretta, i corpi dei due coniugi giacevano seduti ognuno su una poltrona nella camera da letto, ma nessun messaggio, nessuna spiegazione. I carabinieri escludono solo che possa essere intervenuta una terza persona: a sparare insomma è stato Davide, trovato senza vita con ancora la pistola Smith&Wesson tra le dita. Ma perché? La coppia sembrava come detto molto unita, forse problemi di lavoro? “Io non posso conoscere la loro situazione nel dettaglio – spiega ancora Zilli – posso solo dire che la sua armeria era sempre affollata di gente, non mi pare che gli affari andassero male”.
Per quanto riguarda i vicini di casa le testimonianze sono omogenee: “Si vedevano poco, erano molto riservati” racconta una vicina di casa. “Uscivano raramente, certi giorni solo per gettare la spazzatura. A volte notavo la frutta caduta dagli alberi del loro giardino restare a terra per giorni senza che loro venissero a raccoglierla”. “Riservati, è vero, ma anche molto cordiali – racconta un’altra vicina di casa – Simona teneva in casa alcuni gatti di cui era innamorata. Ogni tanto gli animali uscivano dal cancello ed entravano nel mio cortile, Simona chiedeva sempre se per caso disturbassero o se avessero causato danni di qualche tipo. E tra loro regnava la calma, mai un litigio, mai una porta sbattuta. Insomma, nessun tipo di tensione”.
E allora cosa è accaduto mercoledì sera? Alle 19,50 Simona ha risposto a un messaggio su whatsapp inviatole da un’amica, un messaggio banale e senza particolari sfumature, allo stesso tempo un vicino racconta di aver visto la coppia, più o meno a quell’ora, sistemare il giardino. Poi, poco dopo le 20 sono tornati in casa. Da lì più nulla. Il giorno dopo Simona non è andata a lavoro, intorno alle 20,30, ventiquattro ore dopo l’ultimo segno di vita, il fratello ha trovato i loro corpi nella camera da letto.