“Con la Brexit hanno perso giovani e laureati”. E’ l’opinione dei commentatori, che in queste ore stanno cercando di fare chiarezza sulle prospettive dopo l’esito del referendum che ha sancito l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. Altri esultano, invece, per la ritrovata indipendenza britannica, che comunque non aveva mai aderito alla moneta unica.
Ma al di la degli aspetti economici, sono quelli sociali che più spaventano le persone. In particolare i tanti giovani, compresi i piacentini, che vivono, studiano o lavorano in Inghilterra o che sognavano di farlo.
Tra loro Sara Vincini, piacentina che da sei anni abita e lavora a Londra e che, da qualche settimana, si è sposata con un ragazzo londinese. Con lui ha seguito la campagna elettorale e il lungo spoglio e, alla fine, il giovane le si è rivolto dicendole: "I'm sorry", come a scusarsi per la scelta che aveva compiuto il suo.
Di seguito riportiamo le sue impressioni (ascoltabili in allegato), nelle quali ci fa capire il senso di spaesamento degli stranieri in seguito a questo referendum dagli esiti davvero epocali.
LA TESTIMONIANZA DI SARA VINCINI – “L'atmosfera che si respira oggi a Londra e' sicuramente, necessariamente diversa e cupa, nonostante ci sia, caso molto strano, un sole battente e un gran caldo. Sembra quasi una presa in giro, un clima quasi italiano o spagnolo, per un Paese che in qualche modo ha deciso di 'rompere', diciamo cosi', con l'Europa, e naturalmente anche con l'Italia. I social network, da stamattina, sono impazziti. C'e' chi fa gia' previsioni apocalittiche, chi (pochi, pochissimi) invece esprime gioia in questa folle Brexit, e poi la stragrande maggioranza che cerca di mantenere un minimo di lucidita' e si informa, cercando di capire che fine faremo. Noi italiani in Inghilterra, come ci muoveremo in questo paese, a livello lavorativo, economico, o anche prettamente turistico? Io vivo a Londra da sei anni, e in questi sei anni ho notato una serie di profondi cambiamenti, purtroppo molti in negativo, che hanno coinvolto questo Paese. La risorgenza di gruppi xenofobi, di estrema destra, l'intolleranza verso la diversita', la paura di tutto e di tutti, il populismo dilagante. E a mio parere, e' questo che sta alla base di Brexit. La campagna elettorale di Farage e compagnia bella e' stato un vergognoso amalgama di odio e nazionalismo malato, che ha rimestato vecchi dolori e portato a galla gli scontenti e la disillusione principalmente di una working class inglese che purtroppo ora sembra nutrirsi di populismo, di demagogia. Lo UKIP ha usato immagini, parole, leggende metropolitane veramente schifose, scusate ma non ho altre parole, e come risultato, anche se i suoi membri non lo ammetteranno mai, ha innalzato un muro di odio che ha portato, fra le altre cose, all'uccisione della deputata Jo Cox e ad episodi quotidiani di razzismo e violenza verbale. Amici mi raccontano che oggi, per strada, ci sono individui che gridano 'Fuori dal mio paese!' a persone di colore. Un'amica stanotte, intorno alle 5, e' stata svegliata da una vicina di casa che gridava: 'Indipendenza per l'Inghilterra!' A me queste cose fanno paura. Mio marito, inglese di Londra, stanotte e' rimasto sveglio fino alle 4 per seguire il referendum, e stamattina mi ha detto 'I'm sorry', 'mi dispiace', quasi fosse colpa sua. Lui e' nato e cresciuto in un Paese che ha sempre amato, di cui si e' sempre sentito orgoglioso, anche nei momenti piu' negativi, anche nelle sconfitte elettorali del partito laburista, al quale e' iscritto, anche se ha sempre saputo che questo non e' un Paese perfetto, non e' il paese dei balocchi. Eppure, anche lui mi dice che una situazione come quella attuale, mai se la sarebbe aspettata. Mai. Mi dice con orgoglio che ad Haringey, il quartiere multi-etnico, socialista, in cui e' cresciuto, quasi l'80 per cento ha votato per rimanere. Persino nel quartiere posh dove abitiamo noi due al momento, la stragrande maggioranza era 'IN'. Per noi, adesso, i dubbi, le ansie, i punti di domanda sono infiniti. Dove andare? Cosa fare? Stavamo gia' considerando, nel prossimo futuro, di lasciare Londra per una citta' piu' piccola, piu' vivibile, ma persino lui adesso mi sta chiedendo: Vogliamo restare in Inghilterra? Io non so che cosa rispondere. Mi guardo intorno e tutto mi sembra un fallimento. Non credo che al momento riuscirei a tornare in Italia. In America c'e' il serio rischio di una vittoria di Trump. In Spagna il partito conservatore e' favorito alle elezioni di domenica. Ridendo, gli dico che la sola cosa che vorrei fare ora e' un bel viaggio nello spazio con Tim Peake, su una navicella da cui osservare la follia del nostro pianeta”.