Un grande spettacolo di tarda primavera ha coinvolto le maestranze del Teatro alla Scala negli scorsi giorni. Si tratta del capolavoro pucciniano La Fanciulla del West. E’ stato Riccardo Chailly, il nuovo direttore musicale del Teatro, a condurre, con infinita poesia, i complessi scaligeri. Ai lettori di Piacenza 24 ricordiamo che è proprio Piacenza a vantare la presenza e l’impegno di un grande artista nostro concittadino, il Maestro Ernesto Schiavi, Presidente della Filarmonica e parte attiva in tante iniziative del tempio della musica. L’ orchestra che ci ha incantato in queste rappresentazioni era compatta, dolcissima, attenta ad ogni nuance di fraseggio e recitazione declamata con un mirabile slancio di coloratura nei pezzi chiusi e nella caratterizzazione dei personaggi. Su li bretto di Guelfo Civinini e di Carlo Zangarini, l’opera esula da ogni cliché del melodramma tradizionale proprio per l’ambientazione inusuale nella quale si svolge la vicenda. Chailly racconta la storia di Minnie e Jack Rance con umile rigore che la potenza immensa del coro stupendamente diretto da Bruno Casoni esalta come in una cornice di vena tragica. Leggiadri gli archi e mi piace ricordare che all’interno dell’orchestra un altro piacentino porta avanti la tradizione musicale cittadina. Si tratta della viola di Emanuele Rossi. Pier Angelo Negri grande enfant prodige del nostro Conservatorio seguita la sua brillante carriera di violinista ispirato. La regia di Robert Carsen, impostata alla delicatezza dei toni e alla intensificazione dei sentimenti, valorizza l’interiorità dei sentimenti dei protagonisti in un mondo che lo spettatore coglie come lontano lontano…Nella compagnia di canto ricordiamo tutti gli interpreti accomunati da un unico afflato corale: Minnie una fragile ma forte fanciulla è Barbara Haveman; Jack, Claudio Sgura voce pregnante e luminosa; Dick Johnson, Roberto Aronica; Nick, Carlo Bosi. Assai suggestive le scene di Robert Carsen e Luis Carvalho. Allo spettatore è rimasto dentro un ricordo di una terra vergine ove i canti dei minatori cullano dolcemente la tenue passione di una semplice maestra, Minnie innamorata della giustizia.Chailly esalta il cuore della ispirazione pucciniana nella introspezione più vera.
Maria Giovanna Forlani