“La famiglia come valore sociale”Gotti Tedeschi e Gandolfini a Piacenza

“La famiglia come valore sociale ed economico e chi gufa contro – appunti per capire e scegliere una buona battaglia” è il titolo dell’incontro pubblico in programma venerdì  24 giugno alle 20:45 a Piacenza all’Auditoriun Sant’Ilario che vedrà la presenza di Massimo Gandolfini portavoce nazionale del Comitato “Difendiamo i nostri figli” e l’economista Ettore Tedeschi e Cristina Cappellini assessore Culture, Identità ed Autonomie Regione Lombardia, Andrea Fenucci della sezione locale del Comitato e Ignazio Cantoni di Alleanza cattolica. Il tema verrà introdotto dal consigliere comunale Massimo Polledri, moderatore il giornalista del Tg5 Alan Patarga.

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Comunicato del Comitato “Difendiamo i nostri Figli”

Da anni diciamo che la famiglia è una sola ma non solo dal punto di vista di fede o religioso o confessionale ma è unasola in base all’articolo 29 della Costituzione: la famiglia è una società naturale fondata sul matrimonio. Altre forme direlazione affettiva, sentimentale o sessuale sono formazioni sociali. Non sono la famiglia. Alla famiglia spettano deidiritti speciali e particolari che a una unione affettiva, dal nostro punto di vista, non devono essere riconosciuti e il dirittocomunque fondamentale è quello del bambino di avere un padre e una madre. Il bambino non è una merce, non è unpacchetto di pasta che si compra al supermercato. Il bambino deve essere rispettato come una persona e quindi comepersona l’ambiente vantaggioso per la sua crescita è avere un papà e una mamma, avere una storia una genealogiadietro le spalle e non essere il prodotto del capriccio di qualcuno.E’ chiaro che ci sono tante amministrazioni che hanno una visione completamente diversa della famiglia ma quello checonta molto è l’opinione pubblica: le persone che mandano attraverso il loro consenso elettorale nei posti del poterealtre persone. Stiamo pertanto facendo una campagna, nella quale si inserisce l’incontro con Massimo Gandolfini divenerdì prossimo 24 giugno, sia per quel che riguarda le attuali elezioni amministrative sia poi per il referendum costituzionale.Stiamo dicendo al nostro popolo che conta milioni di persone e che da Piacenza in mille sono andati il 30gennaio scorso al Circo Massimo: ricordatevi quando andate al voto. Guardate in faccia le persone che state votando,guardate in faccia i partiti che state votando e guardate se queste persone e questi partiti rispettano i principi e i valoriper i quali ci siamo mossi sia in piazza Sangiovanni che al Circo Massimo altrimenti mandateli a casa e mandate invecedelle persone che affrontano onestamente gli enormi problemi della famiglia.La famiglia è il più grande ammortizzatore sociale che oggi esista. Se la famiglia tiene vuol dire che tengono generazioniuna in fila all’altra. La famiglia è il luogo migliore per i disabili, per i nonni anziani, per i bambini malformati o con grossiproblemi. Chi viola e chi destruttura la famiglia destruttura la società come del resto già ci dicono le società del NordEuropa. Noi, in Italia, parliamo tanto di violenza sulle donne o di femminicidio che sono cose orrende, esecrabili e dacondannare ma nessuno dice che nei paesi del Nord Europa, in Norvegia o in Svezia dove sono anni che la famiglia vienesistematicamente destrutturata il numero delle violenze sulle donne è molto maggiore che in Italia. La violenza nellerelazioni cresce proprio là dove esistono delle legislazioni favorevoli agli orientamenti e alle identità di genere variabiliperché è fuori discussione che se viene vulnerato e ferito il modello di una sessualità vissuta nella pienezza fra un uomoe una donna con la possibilità della procreazione si aprono delle praterie arbitrarie che sono inimmaginabili. E’ perquesto che l’Italia deve avere il coraggio, e anche le amministrazioni locali, di scegliere decisamente di legiferare afavore della famiglia e alle altre formazioni sociali debbono essere garantiti i diritti civili legati alla persona. La personaquesti diritti civili se li giocherà negli ambiti che ritiene opportuno ma questo non deve penalizzare l’istituto della famiglia.Senza fare retorica o demagogia dobbiamo però dire che chi ha a cuore la famiglia ha davanti a se un appuntamentocon la storia. Facciamo allora un appello mediandolo da un personaggio che fece una grande battaglia per la giustiziasociale: “Può darsi che tu non sia responsabile della situazione nella quale si trova oggi il tuo Paese, l’Italia, ma diventerairesponsabile se da oggi non farai nulla per cambiare”.