Festa della Polizia penitenziaria, tutti i numeri di un lavoro assai complesso

In data 8 giugno 2016 alla presenza delle Autorità locali si è tenuta, con una sobria cerimonia, all’interno della casa circondariale, la celebrazione del 199° annuale del Corpo di Polizia Penitenziaria, che segue quello nazionale, tenutosi in data 7 giugno 2016, presso l’Aula Magna della Scuola di Formazione e Aggiornamento Giovanni Falcone a Roma, alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, del Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, e del Capo del Dipartimento, Santi Consolo. La cerimonia ha visto inizialmente la lettura dei messaggi augurali al Corpo delle massime Autorità e quindi il saluto del Direttore, dr.ssa Caterina Zurlo, ai convenuti e al personale, seguito dalla relazione del V. Commissario di Polizia Penitenziaria Giuliana Greco sull’attività svolta dal Reparto piacentino nell’ultimo anno.

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IL DISCORSO DEL DIRETTORE CATERINA ZURLO

Mi sia consentito rivolgere a tutte le Autorità civili e militari presenti, a nome mio personale e di tutto il Reparto di Polizia Penitenziaria, il più sentito saluto e vivo ringraziamento per averci voluto onorare con la Loro presenza.

In questa giornata intendo ricordare le numerose attività che nell’ultimo anno, il personale di Polizia Penitenziaria, ha svolto con impegno e con professionalità.
Sottolineo che in ambito provinciale, il mandato istituzionale viene realizzato grazie al prezioso operato di 188 unità in servizio attivo, di cui 26 donne e 162 uomini, cifra nella quale è ricompreso anche il contingente impiegato presso il locale Nucleo Traduzioni e Piantonamenti. Complessivamente il Reparto della Casa Circondariale di Piacenza ammonta a 213 unità di Polizia Penitenziaria delle quali però ben 27 sono attualmente distaccate e prestano servizio in altre sedi.
Il personale impegnato in compiti di sorveglianza all’interno dei settori detentivi alla giornata odierna attende all’esecuzione dei provvedimenti limitativi della libertà personale nei confronti di 387 ristretti dei quali: 287 appartenenti al circuito della Media Sicurezza, 85 detenuti cd. protetti e 15 donne appartenenti al circuito Alta sicurezza, tutti con posizioni giuridiche varie che vanno dai giudicabili agli appellanti, ai ricorrenti e ai definitivi. 
La popolazione detenuta della Casa Circondariale di Piacenza annovera 253 detenuti stranieri e 134 italiani tra cui le 15 donne.
La specifica illustrazione operativa prende avvio dal locale Nucleo Traduzioni e Piantonamenti che, per le presenze nelle aule di giustizia, nei luoghi esterni di cura e su tutta la rete stradale ed autostradale, espleta uno dei servizi del Corpo maggiormente visibili e direttamente percepiti dal cittadino. 
Il Nucleo Traduzioni e Piantonamenti di Piacenza, nel periodo in esame, ha portato a compimento 819 traduzioni complessive, di cui 806 su strada e 13 a mezzo aereo, che hanno determinato la movimentazione di 1088 persone detenute, delle quali 241 tradotte per motivi sanitari, 701 per motivi di giustizia e 146 per trasferimenti ad altri Istituti. Per le traduzioni sono state utilizzate complessivamente 2986 unità di Polizia Penitenziaria maschili e 206  unità femminili.
Il Nucleo concorre anche allo svolgimento di delicate operazioni di vigilanza sui detenuti temporaneamente ricoverati all’esterno della struttura penitenziaria: nell’ultimo anno, a Piacenza, il Corpo di Polizia Penitenziaria ha espletato 24 piantonamenti ospedalieri della durata media di 8 gg. ciascuno. 
In relazione alle funzioni di polizia giudiziaria sono stati deferiti alle competenti autorità giudiziarie 66 soggetti in stato di detenzione, inoltrando 48 notizie di reato per reati perseguibili d’ufficio e 5 a querela di parte, compiendo 8 sequestri e rinvenendo, nel corso delle perquisizioni, oltre ad oggetti di cui non è consentito il possesso (tra gli altri n. 2 telefoni cellulari e una scheda SIM), modesti quantitativi di sostanza stupefacente che sono stati sottoposti a sequestro e fatti oggetto di notizia di reato all’A.G.. 
Nell’ambito di un’attività finalizzata alla minimizzazione del rischio di disordini all’interno dell’istituto, il personale del Corpo ha svolto operazioni di polizia amministrativa compiendo 286 perquisizioni ordinarie dei locali detentivi e sulla persona dei ristretti, mentre sono state effettuate n. 2 perquisizioni straordinarie con l’ausilio delle unità cinofile del Corpo di Polizia Penitenziaria rinvenendo, in quel caso, un modesto quantitativo di sostanza stupefacente.
Sul versante dei servizi di Polizia Penitenziaria, pur consapevole che la brevità dell’intervento non consente di dare il giusto risalto ai numerosi servizi assolti, ritengo di menzionare, tra gli altri, i compiti svolti degli addetti all’ufficio matricola quali ricezione e dimissione dei detenuti, comunicazioni e notificazioni di atti ed alimentazione delle banche dati, attività che, per il tramite di un prudente studio dei fascicoli, garantiscono la puntuale esecuzione dei provvedimenti restrittivi della libertà personale, dal momento dell’ingresso in Istituto fino alla dimissione del detenuto. L’Ufficio Matricola, da un anno a questa parte, ha ricevuto n. 462 soggetti, di cui n. 122 provenienti dalla libertà, n. 340 da altri Istituti, dimettendone complessivamente n. 390 di cui n. 146 per trasferimento in altra sede e n. 245 per scarcerazione o concessione di misure alternative alla detenzione, misure notevolmente incrementate dai recenti provvedimenti deflattivi delle pene detentive.
Il Reparto di Polizia Penitenziaria ha fronteggiato complessivamente 551 eventi critici, essenzialmente riconducibili ad atti di autolesionismo, tentativi di suicidio, scioperi della fame, violazioni di norme penali, manifestazioni individuali e collettive di protesta. 
In questo ambito si evidenzia il costante e continuo impegno dimostrato dall’Ufficio Comando nella cura dell’istruttoria dei relativi rapporti e nella conseguente definizione delle procedure.
 Sul fronte delle attività tradizionalmente penitenziarie, ritengo di dover esprimere una sentita riconoscenza nei confronti di tutti coloro che ogni giorno con sacrificio e dedizione, svolgono il difficile compito di vigilanza ed osservazione dei detenuti all’interno delle sezioni detentive e in particolar modo nell’attuale momento di cambiamento della popolazione ristretta di sempre più difficile e complessa gestione. 
Il compito del suddetto personale, infatti, poiché è presente nell’arco delle 24 ore, non si limita esclusivamente alla mera vigilanza, ma comprende un’articolata gamma di interventi, da porre in essere nell’immediatezza dei fatti, di carattere anche trattamentale e di sostegno, nello spirito della nostra Costituzione ma soprattutto nel rispetto della dignità della persona. 
Per il proficuo contributo del personale di Polizia Penitenziaria di tutti i ruoli, grazie al senso di responsabilità, professionalità e ad un elevato grado di autocontrollo, alcune situazioni non sono degenerate in ben più gravi conseguenze.
Vorrei ricordare i buoni e proficui rapporti di collaborazione esistenti con le Autorità Giudiziarie e le altre Forze di Polizia, il cui rapporto ormai si caratterizza per una sempre maggiore sinergia.
Esprimo sincera riconoscenza non solo all’Area Sicurezza alla quale appartengo, ma anche alle altre Aree dell’Istituto, ai docenti e a tutti i volontari per l’opera di recupero, vicinanza e sostegno ai ristretti.
 Al Signor Direttore titolare e al Direttore Aggiunto con i quali quotidianamente ci si confronta, va il mio personale ringraziamento per la disponibilità e il sostegno prestati in ogni occasione.
Al personale appartenente al ruolo degli Ispettori, a quello dei Sovrintendenti e a quello degli Agenti e Assistenti manifesto profonda gratitudine per l’impegno finora profuso ma soprattutto per quanto ancora in futuro sarà necessario fare.
Un saluto affettuoso mi sia consentito rivolgere anche ai nostri pensionati che ora, come in passato in costanza di servizio attivo, rappresentano un fulgido esempio, fonte di stimolo, insegnamento e profonda stima.
Concludendo, voglio ricordare che il resoconto sommario appena illustrato è il frutto dell’impegno quotidianamente speso in un lavoro ai più sconosciuto. Da questo lavoro, gravoso e complesso, trae origine il contributo del Corpo all’apparato di sicurezza dello Stato.