1 milione di euro dall’Unione europea a sostegno della viticoltura innovativa. L’Emilia-Romagna si aggiudica il finanziamento di un progetto triennale che punta a contrastare l’abbandono dell’attività vitivinicola, a favorire tecniche di produzione sostenibili e a salvaguardare vitigni tipici per conservare la biodiversità.
L’area coinvolta nella sperimentazione è quella dei Parchi del Ducato, che interessano le province di Parma e Piacenza, in particolare i Parchi della Val Trebbia, Stirone- Piacenziano, Taro e Boschi di Carrega.
L’annuncio arriva proprio da Piacenza, dove oggi l’assessore regionale alle Politiche per la montagna, Paola Gazzolo, ha partecipato al convegno di presentazione di “Life-Soil4wine Innovative approach to soil management in viticultural landscapes” (approccio innovativo nella gestione dei suoli dei paesaggi vitivinicoli). Un progetto che mette insieme tante realtà del territorio: l’Università Cattolica del Sacro cuore di Piacenza, che ne è capofila con la facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali; la Regione Emilia-Romagna con Ervet (società che opera come agenzia per lo sviluppo territoriale) e l’Ente di gestione per i Parchi e la biodiversità Emilia occidentale; due spin off della Cattolica (Horta e Vinidea).
A fare da traino per l’aggiudicazione del finanziamento, che copre quasi i due terzi dei costi previsti, sono state anche le iniziative e le buone prassi che già da anni si sperimentano con successo sul territorio. Duplice l’obiettivo: sviluppare la viticoltura locale e contrastare il rischio di perdere l’importante patrimonio, non solo economico, ma anche culturale e colturale, strategico per la produzione dei vini di qualità.
Il progetto, che ha avuto il forte sostegno dell’assessorato regionale alla Difesa del suolo e Politiche per la montagna, nasce infatti in Val Trebbia dalla preoccupazione per il futuro del comparto, caratterizzato dall’elevata età media degli agricoltori specializzati nel settore vitivinicolo e dallo scarso ricambio generazionale che contraddistingue le aziende.
In questa area il territorio dedicato alla viticoltura copre circa 333 ettari, con la presenza di 295 aziende. Si tratta di un’attività economica di interesse primario per l’intera provincia, che però è contraddistinta da una situazione di parziale abbandono: i dati forniti dall’Università Cattolica del Sacro cuore indicano che nel 2013 solo il 14% degli addetti al comparto aveva meno di 50 anni e circa il 30% oltre i 65.
Nello specifico, il progetto Life, che si sviluppa lungo il triennio 2017-2019, mette in campo azioni e sperimentazioni per migliorare la gestione del suolo nell’ecosistema vigneto, ridurre l’erosione superficiale, mantenere il tasso di sostanza organica, limitare il compattamento e la contaminazione del terreno, salvaguardare e aumentare la biodiversità.
Le esperienze acquisite dalle imprese pilota dell’Emilia-Romagna saranno poi testate, nel corso dell’ultimo anno, su quaranta aziende dislocate in tutta Europa, per valutare la possibilità di trasferire e replicare i metodi innovativi proposti.