La vicenda complessa che ha riguardato la nuova gara dell'illuminazione pubblica ha evidenziato, per i modi e i toni che ha proposto, una palese ferita nella maggioranza consiliare. Una pratica estremamente tecnica, che avrebbe dovuto essere trattata come tale, ha immediatamente assunto un rilevante valore politico per volontà di qualche consigliere di maggioranza. Il contrasto interno, più che una reale incertezza interpretativa, ha guidato l'azione di chi, cercando e trovando naturale sponda nelle opposizioni, ha inteso attribuire il valore di banco di prova per la maggioranza, di verifica della reale tenuta della stessa, creando le condizioni per una presentazione di dimissioni del capogruppo del Pd e del dirigente competente per materia, a cui, insieme agli uffici, dobbiamo invece la massima gratitudine per la competenza e correttezza ancora una volta manifestata nello svolgimento di una pratica complessa.
Le Istituzioni non possono essere trasformate da luogo di confronto politico ad occasione per regolare conti politici interni, perché è dannoso per tutti, in primo luogo per i cittadini che non lo meritano.
L'estenuante trattativa interna che ha condotto a una sofferta sintesi e che ha prolungato di mesi una pratica "tecnica" destinata per sua natura a essere conclusa in pochi giorni, non ha ottenuto nemmeno il consenso di chi ha sollevato pesantemente e pretestuosamente il problema. A dimostrazione di come il tema non era reale ma fondato su ben altri e meno nobili obiettivi. Siamo al governo della città da quattro anni, stiamo affrontando il momento forse più difficile e ostile dal dopoguerra a oggi, cercando di intercettare ogni forma di finanziamento possibile a fronte di risorse di bilancio che vengono continuamente ridotte dai livelli di governo superiore. I circa 1100 dipendenti comunali attivi nel 2002 si sono oggi ridotti a 670, e sono chiamati a svolgere molte più funzioni nel frattempo trasferite in capo ai Comuni.
Il carico di attese verso la giunta dipende anche dal fatto di essere questa riconosciuta come unica guida autorevole della città , che merita certamente critiche ma anche rispetto, e che a sua volta ha il dovere di adempiere con disciplina ed onore alle proprie funzioni nell’interesse dei cittadini e nel rispetto delle leggi.
In mezzo a queste evidenti difficoltà siamo riusciti a tenere alti i livelli dei servizi essenziali e a fornire le principali risposte alle richieste dei cittadini. Tutto questo conservando, peraltro, una progettualità sugli interventi che dovrebbe vedere esiti positivi in questa ultima parte del mandato. Nell'ambito di un bilancio che, giova ricordare, com'è nella consuetudine del nostro comune, si presenta sano e corretto.
Per questi motivi la vicenda dell'illuminazione pubblica si presenta come paradossale e motivata da ragioni reali, difficilmente comprensibili (e impossibili da accettare) ai non addetti ai lavori, che esulano dalle motivazioni ufficialmente spese. Ormai troppe volte, per quello che ho sempre inteso essere il bene comune, ho scelto la linea del basso profilo, cercando di evitare polemiche strumentali, non rispondendo, a rischio di trasmettere un senso di debolezza, a provocazioni maleducate e senza stile, o assumendomi responsabilità che, con la mia giunta, potrei ancor oggi, senza tema di smentita, addebitare a molti altri soggetti. Questa Amministrazione ha il pregio di potersi presentare ai cittadini a testa alta, essendosi sempre esposta in modo diretto. É arrivato il momento della definitiva chiarezza. Se qualcuno, all'interno della maggioranza, intende interrompere l'esperienza amministrativa in essere, lo dichiari in modo esplicito. Saremo tutti facilitati nell'assumere decisioni alle prossime elezioni comunali.