Sisma: cemento depotenziato per ricostruire. Coinvolta azienda piacentina

C'è anche un'azienda piacentina, la Betonrossi, attiva nella fornitura di calcestruzzi, nell'inchiesta modenese sul cemento depotenziato per la costruzione di edifici dopo il terremoto del 2012. Lo riferisce l'Ansa. Sulla base di questa ipotesi sono state eseguite 20 perquisizioni nelle provincie di Modena, Bergamo, Bologna, Lodi, Mantova, Milano, Piacenza e Verona nell'ambito di una operazione denominata 'Cubetto' coordinata dalla Procura di Modena ed eseguita dalla squadra mobile. Tra gli edifici ci sarebbe anche un edificio pubblico: una scuola elementare di Finale Emilia. Due le aziende coinvolte, la Betonrossi di Piacenza, attiva nella fornitura di calcestruzzi, e l'Aec di Modena che si occupava delle costruzioni.

Radio Sound

La Gazzetta di Modena riferisce che sono quindici gli indagati. Nel mirino la ricostruzione nella Bassa e in particolare l'utilizzo di cemento depotenziato nella costruzione degli immobili. Alle prime luci del mattino sono iniziate  una serie di perquisizioni nelle case delle persone indagate e soprattutto nelle sedi delle imprese coinvolte.

L'operazione denominata "Cubetto" si concentra in particolare su quanto emerso nella realizzazione di un edificio pubblico: la scuola media Frasoni di Finale Emilia. Le imprese coinvolte sono tra le più importanti del Nord Italia settore: la Betonrossi di Piacenza, che si occupa di forniture di calcestruzzi, e l'A&C di Modena, che si occupava delle costruzioni. 

L'inchiesta è nata da un'intercettazione antidroga quando si sente parlare di "cubetti". Ma non è droga, bensì le prove di laboratorio del calcestrutto utilizzato per le scuole medie. La polizia inizia ad indagare e scopre come a Finale i test sui prelievi di calcestrutto siano state tutte falsificate, portando in laboratorio campioni fatti altrove e non nel cantiere di viale della Rinascita. Hanno, sostiene la procura, messo a rischio la sicurezza antisismica della struttura.

In sostanza le indagini vogliono accertare se il cemento usato è effettivamente depotenziato oppure no. C'è poi da considerare che la scuola avrebbe dovuto ospitare circa 400 studenti da settembre. Non sarà così.

Ma le indagini continueranno anche eventualmente per accertare se il calcestrutto è stato utilizzato anche in altri cantieri con magari le medesime modalità.

"La FILLEA-CGIL di Piacenza, apprende con grande stupore dalle notizie di stampa di un’operazione della Procura di Modena con il coinvolgimento di due aziende di cui una del territorio Piacentino e di 15 persone, finite sotto inchiesta per l’utilizzo di cemento depotenziato nella costruzione della scuola media Frassoni di Finale Emilia. Se i reati fossero confermati ne emergerebbe un quadro preoccupante di non rispetto delle regole di edificazione e di non rispetto dei protocolli di sicurezza e legalità. Il fatto che il reato riguardi la costruzione di una scuola non fa che aumentare la condanna e lo sdegno per i potenziali rischi a cui sarebbero stati esposti gli studenti . Nell’esprimere piena fiducia nel lavoro della Magistratura e nell’auspicio che in tempi brevi vengano accertare le eventuali responsabilità, la Camera del Lavoro e il sindacato edili FILLEA-CGIL di Piacenza si attiveranno da subito per tutelare in ogni modo possibile i lavoratori delle aziende coinvolte. In un momento storico in cui tutti si riempiono la bocca di legalità, la Cgil e la Fillea/Cgil chiedono di passare dalle parole ai fatti condannando chi, agendo illegalmente, ha scelto la strada della competizione al massimo ribasso privilegiando il profitto alla sicurezza e al rispetto delle leggi"