“E’ una situazione ai limiti della tortura”. A denunciare la situazione in cui sta vivendo Rachid Assarag al carcere di Piacenza è il parlamentare del Movimento 5 Stelle Vittorio Ferraresi, che in mattinata ha operato una ispezione a sorpresa nella casa circondariale delle Novate.
Assarag, marocchino 41enne condannato a 9 anni per stupro, dal 2009 ad oggi è stato trasferito in undici carceri diverse – Milano, Parma, Prato, Firenze, Massa Carrara, Napoli, Volterra, Genova, Sanremo, Lucca, Biella e oggi Piacenza – e sempre dal 2009, grazie all’aiuto della moglie Emanuela che è riuscita a fargli avere dei registratori, Rachid ha iniziato a documentare quello che stava subendo. Perché in carcere sarebbe stato sistematicamente picchiato e seviziato da agenti di custodia e compagni di cella.
Dall’ennesimo appello della moglie è scattata l’ispezione del parlamentare pentastellato Ferraresi il quale, uscito dalle Novate, ci ha riportato un quadro inquietante: “La situazione è drammatica. Ho trovato Rachid in una cella che presentava una grossa macchia di sangue per terra, che lui dice essere suo, il materasso sporco sempre di sangue e bagnato. Sul suo corpo aveva degli ematomi, sulle gambe sia a destra che a sinistra di grosse dimensioni e violacee, che potrebbero essere recenti, un occhio pesto e segni di lesioni sulla schiena, oltre a un ginocchio evidentemente rotto ma nessun supporto per reggersi in piedi. E ancora, la cella ha la finestra chiusa con un lucchetto, l’acqua corrente non presente (solo su richiesta) e non funziona il wc, totalmente sporco di feci. Ha lamentato che non gli danno acqua da giorni e che è stato picchiato con una stampella dagli agenti. Mi ha poi riferito che anche altri detenuti hanno cercato di denunciare la situazione ma sono stati picchiati per ritorsione”.
Un quadro che, se confermato, sarebbe davvero allucinante. Ma Ferraresi ha continuato nella sua testimonianza: “Rachid mi ha detto che la vice direttrice del carcere lo ha minacciato per le sue denunce attraverso le registrazioni fatte a Parma. Io ho potuto constatare che vive in condizioni prive di dignità e che quindi le sue segnalazioni possono avere un fondamento”.
A un certo punto, poi, sempre in cella, l’onorevole ha cercato di documentare la condizione del detenuto con il suo cellulare ma, visto da un agente, si è scatenato il putiferio: “Ho provato a fare una foto dal mio cellulare, però l’agente me lo ha impedito ed avvenuto un parapiglia: la vice direttrice mi ha offeso e minacciato di denunciarmi alla Procura, la mia visita è finita e sono stato accompagnato forzatamente all’uscita, nonostante faccia parte dei miei compiti ispettivi come parlamentare della Repubblica italiana prendere visione di una situazione come questa, ai limiti della tortura”.
La direzione delle Novate, che Ferraresi ha incontrato anche nella persona del direttore Caterina Zurlo, “ha negato tutto – ha aggiunto il parlamentare -, però è difficile farlo. Dicono che la cella è temporanea, una ‘cella inagibile’, che doveva essere cambiata proprio stamattina, come se sapessero che avremmo fatto l’ispezione a sorpresa. Ferraresi, dal canto suo, ha già presentato una interpellanza urgente al sottosegretario Cosimo Ferri nella quale ha chiesto “di proteggere questa persona, perché è una situazione che potrebbe portarlo alla morte”.
Dello stesso avviso l’avvocato Fabio Anselmo (che già seguì il caso di Stefano Cucchi) e che si è preso in carico la vicenda per conto della moglie di Rachid: “Siamo preoccupati per le sue condizioni di salute. Inoltre ci hanno segnalato come lo avrebbero costretto a sottoscrivere una lettera, per rivelare propositi suicidi. Ma la lettera non l’ha scritta lui, che voleva dettarla per altri propositi, visto che lo posso affermare con certezza: non ha nessun intento autolesivo”.