Era stato condannato a quattro anni di detenzione per spaccio di droga, a pena non ancora scontata del tutto viene rimpatriato. Può accadere ed è accaduto a Piacenza. Protagonista un tunisino di 31 anni arrestato ad Ancona per spaccio di sostanze stupefacenti. Lo straniero, irregolare sul territorio italiano, era detenuto nel carcere delle Novate dove sarebbe dovuto rimanere fino a ottobre. Invece la questura di Piacenza ha preso contatti con la Procura di Ancona chiedendo il permesso di estradare l’uomo. Permesso accordato: con la collaborazione del consolato tunisino, che ha riconosciuto l’origine del detenuto, il 31enne è stato accompagnato in Tunisia. Un provvedimento importante, ma non privo di sacrifici per la polizia di Piacenza, come spiega la dirigente dell'Immigrazione della questura, Tiziana Buonomo: “Abbiamo dovuto allestire una squadra speciale composta da tre agenti abilitati al servizio di scorta, tre poliziotti che hanno accompagnato il detenuto fino in Tunisia. Questo significa ovviamente assenza di agenti per almeno un paio di giorni, servizi in meno e dispendio di risorse finanziarie: infatti sono provvedimenti che si adottano quando ci si trova in presenza di individui particolarmente problematici”. Non sempre è facile rimpatriare soggetti come il tunisino in questione. Essendo pericolosi e clandestini spesso i Paesi da cui provengono fanno in modo di tenerli lontani e si appellano alla mancanza di documenti personali per rifiutare il rimpatrio: in questo caso, come detto, la collaborazione dell’ambasciata tunisina ha giocato un ruolo importante. La mente va ovviamente alla rivolta messa in atto da alcuni detenuti domenica scorsa nel penitenziario delle Novate: rivolta che ha causato migliaia di danni alla struttura. Su un potenziale coinvolgimento del tunisino nelle violenze indagini sono in corso e nessuna conferma ufficiale arriva dalla questura.