Il 2 maggio 1519 moriva presso il magnifico castello di Amboise, sulla Loira, il Sole di tutte le arti: Leonardo da Vinci. Suggestivo il film documentario a lui dedicato e proiettato a Piacenza in due serate il 2 e 3 maggio 2016 se pur con una scarsa affluenza di pubblico! I cultori di Leonardo avevano già avuto occasione di visitare la mostra – a cura di Giacomo Marani – presso il Palazzo Reale di Milano lo scorso anno ed ora hanno questo documentario che racconta la vita dell’artista tra Firenze, Roma e Milano. Tutti noi in Piazza della Scala possiamo ammirare il monumento a lui dedicato raffigurante Leonardo insieme ai suoi allievi prediletti come il Salai e il Boltraffio. Una perfetta sintesi di arte e natura, questo il filo conduttore del documentario: gli occhi di Monna Lisa, il paesaggio della Vergine delle Rocce, le rimostranze del primo suo maestro, il Verrocchio, l’abbandono del padre che mai si rese conto di chi era suo figlio. Leonardo era nato il 15 aprile del 1452 ma poiché il Magnifico aveva preferito altri pittori, lasciò Firenze per Milano ove divenne l’artista personale di Ludovico Maria Sforza. Il Duca gli regalò anche una grande vigna proprio nei pressi della Chiesa di Santa Maria delle Grazie. Il Moro voleva fare di Milano la capitale del suo regno; egli aveva numerose amanti, a dispetto della consorte Beatrice d’Este: Cecilia Gallerani, la nota “dama con l’ermellino”, Lucrezia Crivelli “la Belle Ferronière”; Leonardo vuol far coincidere nell’uomo, il pensiero, l’anatomia, la perfezione, l’anima, le idee, la fantasia. Eppure Papa Leone X affidò la committenza del suo ritratto, non a lui ma a Raffaello. Milano quindi diviene luogo e spunto di studi complessi: quattromila pagine di esperimenti, di disegni, schizzi di meccanica, progetti di idraulica che dànno vita alla rete dei Navigli. Leonardo studia la cupola del Duomo e infine il Cenacolo. Qui si compie l’assoluta modernità del Maestro: dopo la conquista della Città da parte dei Francesi, Ludovico è fatto prigioniero e dal 1507 Leonardo è ospite personale di Re Francesco I ad Amboise. Nel volto di Cristo vive tutta l’impenetrabile tragedia dell’uomo moderno. Gli Apostoli sono i testimoni vivi di un’esistenza di ricerca e di sfida. Pregevole l’iniziativa ed attendiamo Claude Monet il 24 maggio.
Maria Giovanna Forlani