Stop agli straordinari. E' la risposta dura dei sindacati al Piano di razionalizzazione di Poste Italiane che, tra le altre cose, prevede la consegna della posta a giorni alterni. Ecco qui di seguito la nota dei sindacati.
La vertenza aperta il 15/4 in regione, non ha portato a risposte soddisfacenti da parte di Poste Italiane spa, per questo motivo abbiamo proclamato lo SCIOPERO di ogni prestazione straordinaria ed aggiuntiva compreso il conto ore del personale agli sportelli dal 9 al 26 maggio 2016
MERCATO PRIVATI
- La carenza degli organici negli uffici che impedisce la copertura delle postazioni di sportello, delle sale consulenza, dei ruoli specialistici con gravi ricadute sui lavoratori e sulla clientela
- Strumenti ed attrezzature di lavoro obsoleti che rallentano le procedure di lavoro, con postazioni lavorative che in molti casi non sono a norma
- Il ricorso a continui distacchi per coprire carenze strutturali di OSP e Specialisti con ritardi nei pagamenti delle missioni e rimborsi spese, con richieste di rinuncia e/o revoca di ferie programmate
- Corsi di formazione e convocazioni commerciali che vengono quasi sempre svolte fuori dall'orario di lavoro e non vengono retribuite come prevede il CCNL
- La mancata possibilità d'applicare tutte le procedure del Manuale della Sicurezza negli UP, che in caso di audit possono portare ad un uso distorto del codice disciplinare
- Bugdet assegnati agli uffici postali irraggiungibili, con pressioni commerciali che non rispettano il protocollo nazionale sottoscritto tra azienda e OO.SS., con incentivazioni incomprensibili e complesse per essere efficaci e raggiungibili
- Carenza di strumenti e mezzi idonei al settore impresa, che spinge gli specialisti e venditori all’uso del proprio automezzo per gli spostamenti, senza alcuna tutela o garanzia, scaricando ogni responsabilità sui lavoratori interessati
POSTA COMUNICAZIONE E LOGISTICA
- la riorganizzazione del recapito a giorni alterni non sta portando agli obiettivi previsti dagli accordi sottoscritti, a seguito di eccessivi tagli di zone di recapito
- la necessità di inserire nel modello di recapito metropolitano tutti i capoluoghi di provincia ed i comuni ad alta densità abitativa e/o produttiva
- notevoli quantità di giacenza di posta non recapitata nei tempi previsti dal servizio universale e dalla delibera Ag Com
- la carenza di personale sia nei centri di recapito che al CMP di Bologna con continue assunzioni di personale CTD
- mancato utilizzo del personale part-time a tempo indeterminato che ha dato la disponibilità a lavorare con la clausola elastica
- flessibilità operativa e lavoro straordinario usati oltre alle casistiche previste dagli accordi, con richieste e pressioni comportamentali da parte dei responsabili dei centri per ottenere un uso distorto delle flessibilità concordate, e come strumento di non concessione di ferie e permessi
- ripartizione del prodotto al portalettere non effetuata come previsto, con arrivi in miscellanea in molti centri di recapito
- mezzi di trasporto e strumenti di lavoro del recapito mal funzionanti, con manutenzione carente e non sufficienti a coprire tutte le zone
Siamo inoltre contro l'eventuale vendita di ulteriori quote di Poste in borsa, soluzione che porterebbe nelle mani dei privati la maggioranza del capitale della più grande azienda italiana in termine di addetti. A nostro giudizio oltre a svendere una delle poche aziende ancora in mano pubblica, al solo scopo di fare cassa, tale vendita provocherebbe un ulteriore calo dei servizi.