Niente pasto dopo la preghiera, scoppia la protesta dei profughi in via Colombo. Parliamo dei richiedenti asilo ospitati da oltre un anno e mezzo a Piacenza, tra l’Hotel Petit e l’Euro Hotel.
Una manifestazione non violenta, intendiamoci, ma che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine, carabinieri e polizia, vista la tensione che si erano trovate a gestire le due operatrici addette alle loro pratiche.
Verso le 14.30 di oggi, venerdì 6 maggio, gli stranieri delle due strutture si sono ritrovati davanti all’Euro Hotel perché, a loro dire, alcuni non avrebbero potuto consumare il pranzo dopo la preghiera al Centro islamico. Il venerdì, infatti, è il giorno in cui i musulmani si recano alla moschea per le celebrazioni pubbliche dette Jumu'ah (in arabo: جمعة ). Queste preghiere sono recitate a mezzogiorno, in sostituzione della preghiera detta dhuhr che si recita privatamente negli altri giorni della settimana.
E proprio questo cambio d’orario, evidentemente non segnalato alle strutture, o un ritardo da parte loro dopo la celebrazione, ha portato al mancato pasto che ha fatto scattare la protesta di alcuni, seguita da molti altri, circa una ventina.
“Non possiamo essere 24 ore su 24 a loro disposizione – ha spiegato una delle addette della struttura – e non hanno avvisato che sarebbero tornati più tardi, per cui le cucine erano chiuse. La questione non era poi tanto complessa”.
A quando pare il pranzo nei due hotel si consuma normalmente tra le 12 e le 13, mentre è previsto anche la possibilità di rifocillarsi dopo la preghiera del venerdì, dalle 14. Ma questa volta, per motivi poco chiari, qualcuno non è riuscito ad arrivare in tempo e così le due operatrici, subissate dalle proteste (verbali), sono state costrette a rivolgersi alle forze dell’ordine.
Spiegata la loro posizione ad agenti e militari, i profughi si sono calmati e hanno deciso di sciogliere la manifestazione improvvisata e tornare nei loro alloggi, qualcuno stavolta a pancia vuota.