Il Comune li accoglie, loro diventano spacciatori. Cinque albanesi arrestati

Sono arrivati in Italia da soli, ancora minorenni. E come tali sono stati accolti e seguiti dai servizi sociali del Comune, come ogni minore non accompagnati. Poco dopo hanno iniziato a spacciare. Non una attività di spaccio di poco conto, ma come ha detto il sostituto procuratore Antonio Colonna, “una significativa attività di spaccio in città”. In particolare cocaina e marijuana. In manette, per opera dei carabinieri dell’Aliquota Operativa di Piacenza, sono finiti cinque ragazzi albanesi, di età compresa tra i 23 e i 36 anni, alcuni legati tra di loro con rapporti di parentela (due sono fratelli e un cugino). A quanto pare dei veri “grossisti” per i consumatori piacentini e per altri pusher che, una volta acquistata la droga di ottima qualità, potevano tagliarla più e più volte e fare lauti affari. Per loro le accuse sono quelle di detenzione ai fini di spaccio, ma anche sfruttamento della prostituzione e possesso illegale di arma da fuoco (una calibro 765).  

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Le indagini sono partite a marzo del 2015 a seguito di alcune dichiarazioni preoccupate fatte dalla sorella di una delle conventi degli stranieri. “Ho paura per mia sorella” confessò. Di lì a poco i carabinieri iniziarono a rendersi conto di un giro di spaccio di dimensioni notevoli. I cinque erano attentissimi a non parlare al telefono, nemmeno in auto, per evitare di essere pizzicati dalle intercettazioni. C’è voluta un’indagine vecchio stile – pedinamenti e servizi di appostamento – per stanarli. Il core bussiness della loro attività era la droga. Durante una perquisizione, alla fine della scorsa estate, sull’auto sono stati trovato 150 grammi di cocaina. E poi sono diversi gli episodi di cessione di coca, anche 50 grammi alla volta. Per “arrotondare” il traffico, facevano prostituire anche un ragazza italiana e una rumena anche se su questo aspetto gli inquirenti stanno ancora indagando. Da quanto si è appreso i cinque erano arrivati in Italia da minorenni tra la fine degli anno Novanta e l'inizio del Duemila. Avevano seguito i canonici percorsi che il Comune riserva ai minori non accompagnati. Poi, crescendo, la scelta di un'attività rischiosa, ma redditizia, quella dello spaccio. Gli albanesi sono stati catturati all’alba nelle loro abitazioni, uno di questi anche a Cervia, in Romagna.