Il Requiem di Mozart, interpretazioni emozionanti e teatro gremito

Tutti conosciamo la genesi del Requiem di Mozart concepito tra il luglio e il dicembre 1791 durante gli ultimi mesi di vita del compositore; era stato un ignoto committente, presentatosi insistentemente alla casa di Mozart, ad incalzare il Maestro già ammalato, per la composizione di una Messa da Requiem che, come poi si sarebbe scoperto, egli avrebbe fatto passare per propria, da eseguire invece alla morte della moglie! Erano momenti terribili per Wolfgang e Costanze poiché delusi dalla mancanza di un lavoro ufficiale a Vienna, erano costretti a viaggiare in continuazione, rincorrendo una felicità che mai avrebbero raggiunto. Così, contemporaneamente al Flauto Magico ed alla Clemenza di Tito, egli lavorava incessantemente al Requiem che lo avrebbe accompagnato fin sul letto di morte. Solidità orchestrale, afflato di profondo sentimento religioso, slancio trascendente, sono i tratti di una sublime metafisica del suono che ci lascia ogni volta attoniti poiché divina.  Giungiamo ora all’esecuzione piacentina affidata ai complessi dell’Orchestra Filarmonica Toscanini diretta da Rinaldo Alessandrini e al Coro del Municipale guidato da Corrado Casati. Teatro gremito, in complesso più giovani del solito e grande attenzione. Direzione energica, forse un po’ troppo operistica e poco sofferta, profonda accentuazione delle dinamiche tragiche della pagina, fortemente drammatica la lettura di Alessandrini; impetuoso e monocolore il coro diretto da Casati, senza profondità di accenti ascetici specialmente nel “Lacrimosa”. Bravissimi i solisti che ricordiamo per la commozione dell’interpretazione e la perfetta intonazione che talvolta ha trasceso la concertazione densa dell’orchestra. Maria Angela Sicilia soprano, dolcissima nella linea melodica; José Maria Lo Monaco mezzosoprano; Jesus Garzia tenore, voce stupenda, profondamente vibrante e sicura nel timbro luminoso. Michele Pertusi ponderoso, solenne, elegante, completamente compenetrato nel suo essere basso, alter ego di un Mozart che pensava e scriveva per la tessitura del basso come voce spirituale per eccellenza. Wolfgang si fermò al “Lacrimosa” poiché morì il 5 dicembre ed il Requiem venne ultimato dal diletto allievo Franz Sussmayr. Il nobile ultimo lavoro catalogato come K626 resta un monumento musicale fuori dal tempo che oggi parla di morte come via prescelta per un vita nuova, verso lidi di pace e bellezza ove regna l’amore. Chissà perché oggi nel nostro mondo questo valore si sia completamente smarrito…Tanti applausi e soddisfazione per tutti.

Radio Sound

Maria Giovanna Forlani