CSI all’università: “Come muoversi e comportarsi sulla scena del crimine”

Tutti conoscono serie televisive come Csi o Bones, delitti o morti misteriose le cui indagini iniziano proprio sul posto, sulla cosiddetta scena del crimine. Spray, laser, raccolta del più piccolo e apparentemente insignificante indizio. Se in parte stiamo parlando di finzione, non tutto è frutto della fantasia di un autore. E proprio di questo si è parlato oggi al collegio Morigi, durante una lezione inserita nel corso di studi “Principi Legali di Bioetica Applicata” incluso nella facoltà di Infermieristica. Un corso tenuto dalla docente Viola Lamberti, tecnico di autopsia dell’Ausl di Piacenza, insieme a un ospite di eccezione: Luigi Bianconi, assistente capo della Polizia Scientifica. Un’occasione straordinaria offerta agli aspiranti infermieri per imparare come muoversi sulla scena di un crimine: in caso di aggressione o omicidio la precedenza va certamente al soccorso delle persona e alle prime cure mediche, ma allo stesso tempo il soccorritore deve prestare attenzione a non inquinare la scena del crimine per permettere agli investigatori di raccogliere elementi utili a ricostruire l’accaduto. “E’ la prima volta che forze dell’ordine e Ausl si uniscono per una docenza integrata, fondamentale è stato l’apporto del dottor Bianconi” spiega la docente Lamberti.

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Ma senza addentrarci nei tecnicismi, qual è la prima cosa che deve fare un operatore sanitario una volta raggiunta la scena del crimine?

“Evitare di inquinare le prove utilizzando guanti, mascherine e tutti i dispositivi di protezione è la precauzione principale da adottare – spiega la docente – secondariamente può capitare che i soccorritori debbano spostare la persona ferita o comunque bisognosa di cure. In quel caso è buona norma che l’infermiere scatti una fotografia prima di agire in modo da restituire alle forze dell’ordine la situazione originaria della cosiddetta location. Infine operatori sanitari e inquirenti collaboreranno subito per effettuare una prima approssimativa analisi esterna delle ferite o, nel peggiore dei casi, del cadavere”.

 

Un po’ come quello che si vede nei telefilm americani, insomma.

“Non è un caso che siano sempre più numerosi i programmi tv americani che parlano di infermieristica forense – sottolinea Lamberti – d’altra parte la disciplina nasce proprio negli Usa. Una scienza che ora sta approdando anche da noi, ma purtroppo siamo ancora molto indietro sia per quanto riguarda le strumentazioni sia per quanto riguarda le nozioni e le conoscenze. Ovviamente si deve sempre tenere presente che stiamo parlando di televisione quindi non tutto ciò che viene mostrato è aderente alla realtà. Innanzitutto nei film gli esami e le analisi vengono eseguiti in tempi record, mentre in realtà si tratta di operazioni lunghe, che richiedono parecchia attesa prima di ottenere i risultati. Secondariamente in televisione non si tiene ovviamente conto delle spese che nella realtà strumenti e analisi hanno eccome. Un esempio pratico, prendiamo lo strumento più utilizzato in questi show, il luminol: si tratta di una sostanza luminescente che, reagendo alla luce di una torcia, è in grado di rilevare tracce di sostanze organiche come sangue. Ebbene, nei telefilm lo usano generosamente, mentre in realtà si tratta di un elemento costosissimo che viene usato solo se strettamente necessario”.

 

Il primo consiglio che darebbe a un giovane infermiere che si trova a operare per la prima volta su una scena del crimine?

“Parlare pochissimo e osservare il più possibile con attenzione. Bisogna mantenere sempre alta la concentrazione per evitare di compromettere prove importanti”.