“Giuseppe stava lavorando da solo, è inaccettabile”. A parlare è Enrico Doddi, segretario nazionale Sicurezza Civile dell’Ugl, sindacato di cui fa parte anche Giuseppe Vigorito, la guardia giurata raggiunta da un colpo di pistola alla schiena durante la rapina al Mercatone Uno di Rottofreno. E’ vero, il vigilante si è recato al centro commerciale da solo, da solo ha recuperato sacchi con all’interno migliaia di euro e sempre da solo stava per mettersi alla guida di un furgone portavalori contenente in tutto circa 13mila euro. Tutto da solo. E’ normale? Lo abbiamo chiesto proprio a Enrico Doddi, che oltre a essere sindacalista dell’Ugl è da oltre 30 anni anche guardia giurata, proprio come la vittima del blitz criminale: “Sì, è tutto normale, nessuna falla nel sistema o regola non rispettata” esordisce Doddi che spiega: “Il decreto ministeriale 269 prevede che sotto una certa cifra trasportata il vigilante possa lavorare da solo. Una norma contro la quale da sempre ci battiamo”. In altre parole Mercatone Uno non ha alcuna responsabilità in materia, tutto riguarda una legge emanata dal Governo e inserita nella Gazzetta Ufficiale. Diamo dunque un’occhiata al decreto 269 che in effetti recita:
– Trasporto valori per somme fino a € 100.000,00: onde evitare che tali somme vengano trasportate senza alcuna forma di protezione da personale non esperto (come ad esempio fattorini, commessi, ecc.), che più facilmente possono essere vittime di aggressioni e rapine, il trasporto potrà, pertanto, essere espletato da una guardia giurata, armata e munita del giubbotto antiproiettile.
– Trasporto valori per somme da € 100.000,00 fino a € 500.000,00: tale trasporto dovrà essere espletato da due guardie particolari giurate, armate e con giubbotto antiproiettile, a bordo di un furgone blindato con caratteristica di blindatura previste dall’allegato IV del Decreto interministeriale n. 332/98, munito dei contrassegni identificativi dell’Istituto di vigilanza.
– Trasporto valori per somme da € 500.000,00 e fino a € 1.500.000,00: il servizio deve essere svolto con l’impiego di tre guardie particolari giurate, armate, a bordo di furgone blindato con caratteristiche di blindatura previste dall’allegato IV del Decreto interministeriale n. 332/98 munito dei contrassegni identificativi dell’Istituto di vigilanza.
Tutti comprendono facilmente che 1 milione e mezzo di euro è più appetibile di 100mila euro. E in effetti per assaltare furgoni portavalori di questa importanza entrano in azione quei famosi commando in grado di bloccare le autostrade con auto in fiamme e capaci di imbracciare bazooka e kalashnikov. Certamente per un vigilante che trasporta 100mila euro queste organizzazioni non si scomoderanno mai. Due individui a bordo di uno scooter però magari sì. E questi individui possono essere armati di pistola. In altre parole tutto è rapportato ma i rischi per chi trasporta soldi restano alti in tutti i casi. Perché allora questa norma? Risponde sempre Doddi: “Il punto è che nella commissione che ha stilato il decreto 269 erano presenti anche i rappresentanti del sistema bancario, i diretti interessati insomma, che hanno proposto di adeguare i costi della vigilanza ai rischi e al denaro trasportato. In altre parole ‘Per trasportare 100mila euro non possiamo spendere la stessa cifra impiegata per trasportare 1 milione e mezzo di euro’. In questo modo le banche hanno ottenuto di risparmiare denaro sulla pelle delle guardie giurate, perché il rischio in termini economici varia, ma in termini umani no. Che siano 10mila euro, che sia 1 milione di euro sono comunque soldi che possono far gola a qualche bandito e indipendentemente dalla quantità di denaro il vigilante rischia comunque la vita”.
Doddi si dice pronto a intervenire politicamente: “Ho scritto al Ministero dell’Interno chiedendo una riunione urgente del tavolo per rivedere la norma inerente il trasporto valori. Anche perché non è il primo e non sarà l’ultimo episodio di questo tipo”.