Presentata oggi su Piacenza Economia Lavoro e Società (www.piacenzaeconomia.it) l'analisi del mercato del lavoro per classi di età e altro sulla base dei risultati della Rilevazione Continua Istat per l'anno 2015.
Il documento rileva come nel 2015 il tasso di disoccupazione complessivo abbia recuperato a livello provinciale rispetto all’anno precedente (scendendo dal 9,4% all’ 8,8%), mentre quello giovanile (15-24 anni) – che nel documento viene analizzato più nel dettaglio – purtroppo abbia registrato un peggioramento, passando dal 23,7 al 31,1 per cento, in controtendenza rispetto all’evoluzione regionale e nazionale, dove gli indici sono in calo.
Questo testimonia le forti difficoltà di inserimento nel mercato del lavoro per i più giovani, acuitesi negli anni per via della crisi, ma anche per effetto delle riforme pensionistiche che hanno determinato la permanenza ulteriore al lavoro delle classi di età più avanzate. Nel 2008 il differenziale tra il tasso di occupazione dei 15-24enni e quello dei 55-64enni era di circa 8 punti a favore di questi ultimi; nel 2015 è di quasi 34 punti.
Il mercato del lavoro piacentino ha conosciuto complessivamente negli ultimi anni un certo deterioramento, in particolare dopo il 2011, quando il tasso di disoccupazione – a differenza della prima parte della crisi – ha iniziato a crescere molto di più della media regionale, arrivando a superarla. Piacenza sconta inoltre, a confronto con le province limitrofe, una debolezza soprattutto nella componente femminile, con i tassi di attività, occupazione e disoccupazione generalmente al di sotto dei livelli registrati negli altri contesti; non così è per la componente maschile, sostanzialmente in linea.
In provincia di Piacenza in base ai risultati della rilevazione sulle forze di lavoro dell’ISTAT sono 120.000 gli occupati nella media del 2015, su livelli stabili rispetto all’anno precedente, sia per la componente maschile (69.000 unità) che per quella femminile (51.000). Il tasso di occupazione si attesta, per la popolazione dai 15 ai 64 anni, al 64,4%, invariato rispetto al 2014 in termini complessivi, mentre registra cambiamenti in direzioni opposte in base al genere: cresce per i maschi (dal 72,2% del 2014 al 72,7% del 2015, +0,5 punti), diminuisce per le femmine (dal 56,6% al 56,0%, – 0,6 punti percentuali rispetto all’anno precedente).
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