Un piano di interventi per sviluppare, diffondere e applicare conoscenze strategiche per una nuova economia. Oltre 22 milioni di euro del Fondo sociale europeo per permettere a 600 giovani e 3.000 imprese (7.000 occupati tra imprenditori e figure chiave delle aziende del territorio) di acquisire competenze per affrontare le sfide del cambiamento e fare quel salto, in termini di specializzazione, internazionalizzazione e digitalizzazione, indispensabile per competere a livello globale. Borse di dottorato di ricerca, assegni di ricerca, apprendistato di alta formazione, assegni formativi, percorsi rivolti ad imprenditori e figure chiave che operano nelle imprese regionali. Sono gli strumenti che la Regione finanzia per fare delle persone, come stabilito con il Patto per il lavoro, il motore dei processi di innovazione della società e dell’economia regionale.
Gli interventi, i primi a dare attuazione al Piano triennale alte competenze per la ricerca, il trasferimento tecnologico e l'imprenditorialità, si fondano sull’integrazione di politiche, risorse pubbliche e private e attori: istituzioni, università, laboratori ed enti di ricerca, imprese. Un’integrazione decisiva per dare vita a progettualità complesse che possano amplificare gli esiti dell’investimento regionale, garantire l’intelligenza dell’intero sistema e ripensare il territorio in una dimensione globale.
Risorse umane per un’economia digitale e lo sviluppo delle specializzazioni intelligenti
Con il primo intervento articolato in più fasi – la prima approvata con delibera della Giunta regionale n. 339/2016 – la Regione investe per permettere a giovani laureati – attraverso assegni annuali di ricerca, borse triennali di dottorato, contratti di alto apprendistato, assegni formativi per la frequenza di Academy universitarie – di intraprendere percorsi progettati e realizzati congiuntamente da università, enti e laboratori di ricerca e imprese per sviluppare nuove conoscenze, misurandone la trasferibilità in una dimensione produttiva. Un intervento innovativo che risponde ad una triplice finalità: sostenere le persone nell’acquisizione di competenze spendibili nei contesti di impresa, promuovere la collaborazione tra atenei, sistema pubblico e privato della ricerca e sistema economico-produttivo e portare capacità di innovazione anche in imprese di piccola e media dimensione.
Obiettivo del Piano Alte Competenze è fare dell’Emilia Romagna la punta avanzata della nuova manifattura che si sta ridisegnando a livello globale. Una manifattura sostenibile, connessa a servizi altamente specialistici, capace di coniugare produzione e trasferimento di conoscenza e di contaminare competenze culturali e creative con competenze tecnologiche per trasformare contenuti in prodotti con forti caratteri identitari e ad alto valore aggiunto. In coerenza con tale obiettivo i primi progetti – che gli Atenei dovranno candidare entro il 3 maggio 2016 – dovranno essere focalizzati su specifici ambiti e rispettive tematiche.
“Risorse umane per un’economia digitale” è il primo ambito e si articola in 5 tematiche: digital humanities e social science, e-commerce, industria 4.0, scienze della vita e big data. Per favorire l’aggregazione tra più soggetti e il generarsi di sinergie e intelligenza collettiva verso un obiettivo comune, in esito alla valutazione delle candidature, la Regione selezionerà un solo progetto per ciascuna tematica.
“Risorse umane per la specializzazione intelligente” è il secondo e potranno essere candidati progetti che concorrono agli obiettivi generali e specifici della Strategia di Specializzazione intelligente. La strategia di cui la Regione si è dotata per investire sui settori trainanti dell’economia regionale (sistema agroalimentare, sistema delle industrie e delle attività dell’edilizia e delle costruzioni, sistema della meccatronica e della motoristica) e sulle filiere emergenti delle scienza della vita e dell’economia creativa, a rafforzare i driver del cambiamento (ICT, green economy, benessere e qualità della vita) e a sostenere l’innovazione e la modernizzazione dei servizi e la sostenibilità ambientale dei sistemi produttivi.
Ogni progetto dovrà articolarsi in una o più misure e dovrà essere candidato da un partenariato pubblico-privato costituito obbligatoriamente da Enti e/o Istituzioni accreditati all'istituzione di corsi di dottorato o ammessi a conferire assegni per lo svolgimento di attività di ricerca; Enti/Organizzazioni e/o laboratori/centri di ricerca ed innovazione; Imprese e/o Consorzi di imprese e/o Reti di imprese.
10 milioni di euro (5 in questa prima fase e ulteriori 5 previsti tra giugno e settembre 2016) le risorse destinate a questi obiettivi.
Parte integrante del Piano per le Alte Competenze sono altri due interventi.
Risorse umane per l’internazionalizzazione, la digitalizzazione e lo sviluppo sostenibile delle imprese
Il primo intervento, imminente e finanziato con 10 milioni di euro, intende finanziare interventi che incentivino e sostengano processi diffusi di internazionalizzazione, digitalizzazione e sviluppo sostenibile e pertanto di riposizionamento competitivo della manifattura e dei servizi connessi e delle imprese del terziario e del turismo. Un intervento – articolato in percorsi formativi, seminari e azioni personalizzate per supportare i partecipanti a declinare quanto acquisito nella dimensione specifica d’impresa – che focalizza l’attenzione e l’investimento regionale su chi nelle imprese – 7.000 tra imprenditori e figure chiave – ha la responsabilità di elaborare e implementare strategie per governare il cambiamento e cogliere le opportunità di crescita e innovazione.
Risorse umane per le grandi infrastrutture di ricerca
Il secondo intervento, di questa prima fase di attuazione del Piano triennale Alte Competenze, in stretta integrazione con l’Assessorato Attività produttive e tra Fse e Fesr, intende investire per le infrastrutture di ricerca che presentano le potenzialità scientifiche, tecnologiche ed organizzative per permettere di rafforzare le capacità competitive delle imprese e migliorare i servizi resi ai cittadini: supercalcolo e big data; materiali avanzati e sistemi di produzione innovativi; genomica, medicina rigenerativa e biobanche anche in relazione con le attività finanziate con il POR Fesr. Compito del Fondo sociale europeo sarà finanziare un programma di sviluppo di alte competenze – 2,5 milioni di euro l’investimento – che preveda il coinvolgimento di un numero significativo di giovani ricercatori da realizzare prioritariamente attraverso il cofinanziamento di assegni di ricerca. Un tassello importante, in cui l’integrazione delle politiche e dei fondi europei è scelta decisa, per fare dell’Emilia-Romagna un hub europeo della ricerca.