Sei anni senza sentenza e, adesso, il processo è anche da rifare completamente. Tutta colpa di un vizio nel decreto di citazione a giudizio: nel documento non era riportato che l’imputata avrebbe potuto nominare, volendo, un legale di fiducia. E la prescrizione, così, è quasi certa. Del vizio di forma ha preso atto oggi in tribunale a Lodi il giudice Angela Scalise. Protagonista fortunata, direbbe qualcuno, una trentaquattrenne residente nel capoluogo lombardo che nel 2001 venne denunciata dalla polizia per una lunga serie di truffe messe a segno spendendo decine di assegni rubati.