Se le condizioni meteo hanno agevolato negli ultimi giorni la dispersione di inquinanti (ma dall’inizio dell’anno ad oggi in città si è già superata per 15 giorni la soglia massima consentita), nulla hanno potuto contro l’inquinamento acustico: decibel alle stelle e, purtroppo, soprattutto nei pressi degli istituti scolastici, dove dovrebbero esserci maggiori forme di tutela. Un problema, quello del rumore, troppo spesso sottovalutato ma che ha ricadute negative sulla qualità della vita e la salute dei cittadini. È questa la fotografia scattata dal Treno Verde, la campagna di Legambiente e del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, con la partecipazione del Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare, che in questi giorni ha fatto tappa a Piacenza, quarta tappa del tour 2016 che vedrà il convoglio ambientalista percorrere l’Italia per monitorare la qualità dell’aria e l’inquinamento acustico, ma anche per parlare di smart cities, ecoquartieri, mobilità nuova e stili di vita. Domani, invece, il Treno Verde sarà a Modena per la seconda tappa in Emilia-Romagna. I risultati del monitoraggio scientifico – realizzato grazie alla collaborazione con Valorizza, brand di Studio SMA e Gemmlab, e con il contributo scientifico La Sapienza e CNR – è stato presentato questa mattina in conferenza stampa da Simone Nuglio, responsabile Treno Verde di Legambiente, Marco Natali, del circolo Legambiente Piacenza e Alice De Bortoli, Comunicazione brand Valorizza.
“Le aree adiacenti alle scuole, che dai nostri monitoraggi sono apparse quelle più a rischio vanno immediatamente tutelate – dichiara Laura Chiappa, presidente del circolo Legambiente Piacenza -. Non servono grandi sforzi, ma basterebbe iniziare ad potenziare ad esempio bicibus e pedibus e organizzando trasporti collettivi per gli studenti, attribuendo un peso sempre maggiore al “criterio di vicinanza” nelle graduatorie per gli asili e le scuole, così come disincentivare il trasporto privato per gli studenti delle scuole, chiudendo al traffico le vie limitrofe all’edificio scolastico negli orari di ingresso ed uscita. Sarebbe un primo passo per affrontare smog e inquinamento acustico finalmente in un’ottica ad ampio raggio, piuttosto che con provvedimenti emergenziali che non fanno altro che rinviare il problema”.
A dimostrare l’urgenza di adottare azioni concrete e politiche di sistema per uscire dall’emergenza smog vi sono anche i dati della campagna di Legambiente “PM10 ti tengo d’occhio”. In questi primi mesi del nuovo anno diversi capoluoghi di provincia si avvicinano o hanno superato il 50% dei giorni di “bonus” a disposizione previsto dalla legge (35 giorni/anno con concentrazioni superiori a 50 µg/m3 giornalieri di polveri sottili): Modena ha raggiunto 19 giorni di superamento (centralina Giardini), seguita da Ferrara (Isonzo) con 17 giorni di superamento, Piacenza (Giordani-Farnese) con 15 giorni di superamento; Reggio nell’Emilia (Timavo) e Rimini (Flaminia) con 14 superamenti. I dati fanno riferimento alla centralina peggiore presente nella città che ha registrato, al 10 marzo, il maggior numero di superamenti, a partire dai dati disponibili sui siti delle Regioni, delle Arpa e delle Provincie.
Vale la pena ricordare che anche il 2015 ha fatto registrate numeri preoccupanti per il Pm10con il 75% delle centraline in Emilia-Romagna che hanno registrato superamenti del limite consentito con Parma, Reggio Emilia e Piacenza sul podio della città peggiori.
“Il timore è che con l’arrivo della bella stagione il problema dell’inquinamento dell’aria ritorni nei cassetti, in attesa delle nuova emergenza invernale – dichiara Giulio Kerschbaumer, direttore di Legambiente Emilia-Romagna -. È fondamentale che il nuovo Piano Aria sia approvato nel più breve tempo possibile, e che le misure previste siano coordinate con politiche di promozione della mobilità pubblica su ferro con attenzione all’intermodalità, delle aree pedonali e delle zone a traffico limitato e zone 30, oltre che della mobilità ciclabile. Fondamentale anche la verifica dell’applicazione delle azioni del Piano, cosa che è mancata nel recente Smog Alarm dello scorso febbraio con i Comuni in ordine sparso nell’applicazione della norma. Servono politiche rigorose per quanto riguarda la riorganizzazione della mobilità, per limitare il traffico cittadino, primo responsabile delle emissioni di inquinanti. Sono necessarie scelte coraggiose e attuabili da subito, per uscire dallo sterile dibattito sulle chiusure episodiche dei centri storici, mettendo in campo invece azioni concrete e misurabili che tutelino la popolazione, con particolare attenzione alle fasce deboli come i bambini. Gli assessorati all’Ambiente ed alla Sanità della nostra Regione agiscano in modo deciso per raggiungere in tempi brevi questo traguardo”.
IL MONITORAGGIO SMART DEL TRENO VERDE – la novità
Il monitoraggio del Treno Verde non vuole sostituirsi ai controlli eseguiti dagli enti preposti, ma fornire un’istantanea, in termini d’inquinamento atmosferico e rumore, su alcuni percorsi all’interno dei quartieri delle nostre città. Proponiamo un approccio metodologico diffuso, una campionatura itinerante che, messa a regime, permetterebbe alle città di individuare le criticità e attuare risoluzioni concrete e mirate, a servizio del benessere e della sicurezza dei cittadini. I tragitti individuati per il monitoraggio itinerante – che grazie ad una strumentazione portatile consente di misurare in continuo i valori di inquinanti (PM10, PM2,5 e PM1) – sono stati scelti in maniera tale da poter effettuare un confronto tra le diverse aree di un tessuto urbano. È stato possibile così rilevare in tempo reale le concentrazioni nell’aria delle polveri sottili e e del rumore simulando, quindi, i livelli di inquinamento che ogni cittadino respira spostandosi tra le strade cittadine. L’obiettivo – oltre scattare un’istantanea del quartiere preso in esame – è quello di informare in tempo reale i cittadini e gli amministratori attraverso la pubblicazione dei risultati del monitoraggio sul portalewww.trenoverde.it, facilmente accessibile e consultabile, che restituisce una mappatura di dettaglio dell’area presa in esame, così da avere un valido strumento per studiare e pianificare le soluzioni per migliorare la qualità dell’aria e dell’ambiente urbano.
Il monitoraggio del Treno Verde oltre al Pm10 esamina attentamente un’altra componente importante dell’inquinamento presente nelle nostre città, quella del rumore, spesso sottovalutata ma che ha conseguenze sul benessere e sulla qualità della vita e sta diventando sempre più una minaccia per la salute pubblica.
Nella giornata di giovedì sono stati eseguiti cinque punti di hot spot in cui è stata fatta una misurazione di mezz’ora di Pm10 e rumore. In tutti i livelli di decibel superavano quelli previsti dalla zonizzazione acustica prevista dal Comune.
Il primo punto di hot spot è stato eseguito presso la fermata del pedibus su via Giordani (angolo via Farnese) dalle ore 8.30 ed è stato riscontrato un valore di 69 decibel rispetto al limite previsto di 55 dB. Da sottolineare, inoltre, che a poca distanza vi è un istituto scolastico e in quell’area i limiti si abbassano ulteriormente. Per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico, invece, Il PM10 in questo punto è stato di 33 microgrammi/mc.
Il secondo hot spot è stato effettuato alla fermata del bus di via Borghetto, in centro: qui ilLeq è stato di 73,1 dB rispetto ad un limite di 60 dB (il valore più alto registrato fino ad ora dai monitoraggi del Treno Verde). Il PM10 ha dato un valore di 38,3 microgrammi/mc. Il terzo hot spot (via Campagna angolo via Bartolomeo) è stato segnalato dagli stessi residenti per l’elevato rumore. In effetti anche qui i livelli di decibel superavano di molto la soglia: 71 db contro un limite di 55. Il valore di PM10 è il più alto della tappa ed è di 43,5 microgrammi/mc.
Il quarto punto preso in esame si trova presso la scuola di Piazzale Genova (eseguito durante l’orario di uscita): rilevati 68 dB (limite 55db) e per il Pm10 18,6 microgrammi/mc.
L’ultimo punto monitorato, infine, è stato alla rotonda su piazzale Milano, con valori di decibel registrati pari a 67,8 contro un limite di 55 db. Il valore di PM10 ha registrato 23,6 microgrammi/mc.
Gli studi attestano oramai da alcuni anni questa nuova evidenza: oltre 125 milioni di cittadini dell’Unione Europea è sottoposta a livelli d’inquinamento acustico considerati inaccettabili, per lo più derivanti dal traffico. L’esposizione al rumore eccessivo in Europa contribuisce al disturbo del sonno di 8 milioni di persone e alla morte prematura di almeno 10mila persone, a oltre 900mila casi di ipertensione e 43mila ricoveri ospedalieri per ictus e malattie coronariche ogni anno. In Italia sono ancora sei milioni (il 10% della popolazione) i cittadini esposti, negli ambiti considerati, al rumore prodotto dal traffico stradale a livelli giornalieri inaccettabili secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Il monitoraggio itinerante è stato eseguito nella giornata di mercoledì, quando l'instabilità meteorologica (umidità e pioggia) ha sicuramente influito sulle misurazioni eseguite dai tecnici di Legambiente. I tre percorsi scelti dai tecnici di Legambiente hanno dato un valore medio di concentrazione di PM10 simile tra loro (rispettivamente 21, 22, 20 microgrammi/mc) e sono stati monitorati sia al mattino che al pomeriggio. Si è potuto riscontrare in generale un notevole calo degli inquinanti tra le ore mattutine che quelle pomeridiane.
Lungo il percorso A (stazione – viale S. Ambrogio – via Abbondanza – via Buffalari – piazza Milano – viale Risorgimento – piazza Cittadella – via Cittadella – via Borghetto – via Cavour – piazza Cavalli) le maggiori criticità si sono registrate nell’area di viale Risorgimento e Piazza Milano, comunemente dettabarriera Milano, fino a viale S. Ambrogio. I picchi massimi di inquinanti sono stati registrati di mattina in vicolo del Guazzo angolo via Buffalari (punto A5) e in piazza Milano (A7) e di pomeriggio in Viale Risorgimento (A8), con medie di Pm10 rispettivamente di 36, 34 e 31 microgrammi/mc. Nei primi due casi i valori erano superiori del 60% rispetto alle medie dei punti della stessa zona monitorati nelle ore mattutine; mentre per il punto A8 i valori erano addirittura di tre volte superiore alle altre medie del percorso.
Il percorso B (Stazione ferroviaria – via dei Mille – via Alberoni – via Roma – via Legnano – piazza Duomo – via Chiapponi – via S. Antonino – piazza Cavalli) conferma la criticità al mattino della zona di viale S. Ambrogio in corrispondenza dei Giardini Margherita (punto B9) di fronte alla stazione ferroviaria, dove la media è stata di 34 microgrammi/mc.
Il percorso C, infine, (svoltosi di pomeriggio dalla stazione per via Primogenita – piazzale Roma – viale Patrioti – Stradone Farnese – via Giordani – piazza S. Antonino) è stato mediamente più regolare ed omogeneo nei risultati. I dati mostrano due picchi di inquinanti in corrispondenza del punto C2 (via la Primogenita – proseguimento di viale S. Ambrogio – angolo con via Vicenzo Capra) e nel punto C8(Stradone Farnese incrocio Via Pietro Giordani). I valori di PM10 nei due punti è stato di 25 e 27 microgrammi/mc.
È stata installata anche una centralina di monitoraggio fissa – installata in piazza dei Cavalli – che ha monitorato gli inquinanti atmosferici per 48 ore. I valori quotidiani di Pm10 si sono mantenuti entro i limiti, con una media nei due giorni di 11 microgrammi/mc.
Nei giorni di tappa del Treno Verde a Piacenza circa cinquecento bambini e ragazzi delle scuole del territorio hanno visitato la mostra didattica e interattiva allestita a bordo delle quattro carrozze.