Proseguono senza sosta le iniziative de “L’altro Festival”, la rassegna collaterale del Jazz Fest piacentino che quest’anno si rinnova con un programma particolarmente ricco di proposte. Coerentemente con la propria mission di far risuonare la musica in ogni angolo della città per portarla anche a coloro che altrimenti non avrebbero l’occasione e il modo per goderne, il Piacenza Jazz Fest ha previsto ancora una volta, ed è stata l’ottava consecutiva dalla partenza dell’iniziativa, un concerto per i detenuti della Casa Circondariale delle Novate. Questo appuntamento è stato realizzato grazie alla disponibilità dell’autorità carceraria e con l’aiuto e il coordinamento dell’Associazione di volontari “Oltre il muro”, che sviluppa numerosi progetti durante tutto l’anno all’interno del carcere.
E così sabato mattina 5 marzo sono stati i coristi di Spirit Gospel Choir a tornare per il tradizionale concerto riservato ai detenuti e al personale della Casa Circondariale. Per il coro diretto da Andrea Zermani e Anna Chiara Farneti si è trattato della terza volta in questo luogo. Proprio Andrea Zermani all’inizio dell’esibizione ha avuto modo di ricordare quanto sia significativa l’esperienza: “E’ un piacere e un onore essere chiamati per questo concerto che per tutti noi di Spirit riveste da sempre un valore speciale. Cantare Gospel per noi significa portare ovunque andiamo un messaggio di speranza e di libertà.” Nel corso del concerto è stata ricordata la provenienza dalle più svariate aree del mondo dei detenuti, che sono chiamati a costruire tutti i giorni, lì dove si trovano in questa fase della loro vita, un dialogo tra etnie diverse, dialogo che è un’altra delle radici più solide su cui si fonda il Gospel e in cui crede profondamente il coro.L’iniziativa riscuote sempre un alto indice di gradimento, lo confermano sia la volontà di ripetere l’esperienza di anno in anno sia i volti, la partecipazione attiva e le parole di gratitudine che hanno usato i detenuti per accogliere e salutare i coristi alla fine della loro esibizione. Da parte di tutti coloro che hanno partecipato si è registrato un alto livello di coinvolgimento.Anche Gianni Azzali, presidente dell’Associazione Piacenza Jazz Club che organizza la manifestazione, ne è convinto: “E’ sicuramente motivo di orgoglio per il nostro festival questa occasione di scambio con una realtà altrimenti così lontana. Siamo sempre più convinti di aver fatto una scelta giusta perché nel corso di questi concerti in carcere gli artisti sono sempre stati accolti con grande entusiasmo e sempre maggior slancio dalla popolazione detenuta”