Riceviamo e pubblichiamo un intervento delle consigliere del Movimento 5 Stelle Mirta Quagliaroli e Barbara Tarquini.
Non vogliamo far passare sotto silenzio la data storica del 10 Marzo 1946 di cui ricorrono i 70 anni. Il Decreto legislativo n.23 datato 1° febbraio 1945 emanato dal Consiglio dei Ministri, presieduto da Ivanoe Bonomi, aveva riconosciuto formalmente il diritto di voto alle donne, la guerra non era ancora finita e le donne italiane vedevano così suggellare con il riconoscimento di una parità formale il fondamentale contributo che avevano dato alla costruzione di una nuova Italia prima in guerra e poi nella Resistenza. Il 10 Marzo 1946 le Italiane furono per la prima volta chiamate al voto e in quella stessa data un nuovo decreto, il n. 74 del 10 marzo 1946, introdusse anche l’elettorato passivo, l’ingresso nella vita politica delle donne in Italia era completo. Non può sfuggire l’importanza che questo giorno ha rappresentato, e che attualmente ci sembra scontato, soprattutto in un momento storico di grande fermento e acceso dibattito per il riconoscimento di nuovi diritti. Ogni conquista in questo ambito è un passo determinante per la crescita del paese e lo sviluppo della società che non si possono e non si devono mai ritenere conclusi. Noi vogliamo festeggiare la ricorrenza confermando l’impegno e il ruolo giocato dalle donne del M5S nelle istituzioni, sia qui a Piacenza nelle elezioni amministrative del 2012, candidata sindaco donna e capogruppo donna e due consiglieri donne su tre eletti, sia nelle prossime elezioni di primavera nelle più importanti città italiane: Roma, Torino, Milano, Benevento, Cagliari e Napoli in cui abbiamo candidati sindaco donne. Il traguardo di questa significativa presenza è stato raggiunto all’interno del M5S perché le donne sentono di avere concretamente pari opportunità e l’occasione di esprimere tutto il proprio potenziale e le proprie capacità senza discriminazioni, ma anche senza “scorciatoie”. Riteniamo che questo rinnovato e importante impegno sia il miglior modo per festeggiare l’odierna storica ricorrenza e per motivare le donne a credere che ancora, a distanza di 70 anni, non dobbiamo smettere di osare perché la parità sia una realtà e non una “quota rosa obbligatoria”.