Piacenza Jazz Fest: sabato al Milestone le più belle storie del jazz

Al Milestone una serata dove si alterneranno parole e musica, nel pomeriggio verranno presentati due libri
 Con questa settimana si è arrivati al giro di boa di questa tredicesima edizione del Piacenza Jazz Fest che non si ferma mai e propone tutti i giorni, attraverso le molteplici anime del suo variegato programma, un appuntamento o più in calendario. Le proposte sono tante e sempre interessanti con un’amplissima possibilità di scelta. Nella giornata di sabato 5 marzo si concentreranno al Milestone di via E. Parmense 27, sede storica del Piacenza Jazz Club, tre appuntamenti. Due saranno presentazioni di libri sulla musica nel pomeriggio, il terzo un concerto-lezione, che poi è un racconto che svela molto del mondo del Jazz, in serata. Il festival, come sempre organizzato dall’associazione Piacenza Jazz Club, si basa sul fondamentale sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano, gode inoltre del prestigioso patrocinio del MiBACT, del Comune e della Provincia di Piacenza, del Comune di Fiorenzuola, della Regione Emilia-Romagna e dell’aiuto di alcune realtà imprenditoriali del territorio.
“Vi racconto una song” è il concerto-lezione che avrà inizio alle ore 21.15, che farà fare un viaggio alla scoperta delle canzoni più amate e famose e della loro importanza nel repertorio del Jazz. Alternando parole a brani eseguiti dal vivo, la cantante Laura Avanzolini e il pianista Michele Francesconi raccontano la storia di dieci song tratte dal repertorio dei cosiddetti “Anni Ruggenti” del musical americano. Dal Blues trascinante di “Route ’66” ai paesaggi sognanti di “Over The Rainbow”, passando per l’ironia di “One Note Samba” e la danza malinconica di “Autumn Leaves”, il duo riporta la mente dello spettatore in atmosfere d’oltreoceano, tra aneddoti e curiosità perdute. La canzoni, infatti, sono alla base del repertorio jazz. Fin dalle prime pioneristiche stagioni di New Orleans e dello Swing, i musicisti hanno sempre ripreso le hit del momento, le canzoni dei musical, le arie dell’opera, per farle diventare terreno comune di improvvisazione.

Radio Sound

Nel pomeriggio alle 15.00 lo stesso Michele Francesconi presenterà il suo ultimo libro fresco di stampa dedicato espressamente a tutti i pianisti, cantanti e musicisti, dal titolo “Pianoforte complementare in stile Pop Jazz, per le edizioni Volontè&Co. Frutto di un lavoro ventennale, il metodo di Michele Francesconi costituisce una guida innovativa e alternativa ad altri metodi la cui codificazione è spesso ignorata da molti pianisti di formazione classica. Un vero metodo hands on, utile da molti punti di vista, per quanto riguarda la postura, l’approccio alla tecnica pianistica, gli esercizi presenti e i testi pianistici su cui studiare. Il libro permette allo studente di approcciare le complessità armoniche del Jazz, di percepire intuitivamente l’importanza di ogni voce e di sviluppare un pensiero organico da compositore-arrangiatore. Il testo prende in esame il repertorio della “popular music” e del “Great American Songbook”, e contiene due brevetti: la “tecnica della nota perno”, tecnica per disporre gli accordi in maniera coerente alla melodia, e un peculiare metodo di scrittura per l’annotazione dei voicing su una lead sheet.

A seguire alle ore 17.30 sarà Sergio Pasquandrea (professore, musicista e giornalista) presentare il suo “Breve storia del pianoforte Jazz. Un racconto in bianco e nero”, edizioni Arcana Jazz. Quando, alla fine dell’Ottocento, i primi musicisti di colore ebbero l’occasione di percuotere i tasti bianchi e neri, il pianoforte aveva già alle spalle almeno un secolo e mezzo di illustre carriera, che ne aveva fatto il principe delle sale da concerto. Qui non si trattava di inventare o reinventare come con altri strumenti prima di lui, bensì di fare i conti con un vero e proprio monumento della tradizione Europea che, per di più, con le sue note dall’intonazione fissa, poco si prestava alle sottigliezze di emissione e di pronuncia tipiche delle musiche di origine africana. L’evoluzione del pianoforte nel Jazz è dunque una continua sfida: con le possibilità espressive dello strumento e con la sua stessa storia. Il libro intende raccontarla attraverso le personalità di alcuni grandi maestri, inquadrati all’interno del proprio contesto storico e stilistico.