Cortemaggiore, l’opposizione: “Alla casa di riposo Cda illegittimo dal 2010”

 Il Gruppo civico di centrosinistra “Una Vera Cortemaggiore”, rappresentato da Federico Ferri, Natale Borasi, Nadia Maffini e Alessandra Tacchini, all’opposizione in Comune nel paese magiostrino, ha convocato una conferenza stampa, mercoledì 2 marzo alle ore 18,30 presso il Circolo Arci di in via Colombini, per illustrare l’esito di una inchiesta condotta sulla gestione sull’Ipab “Casa Protetta dottor Gianni Perini” e per spiegare in merito la posizione del gruppo. 

Radio Sound

In sostanza, la struttura che svolge un ruolo assistenziale per anziani non autosufficienti, con 37 posti disponibili dei quali 23 accreditati in Regione, è in gestione diretta del Comune e vi lavora un numero consistente di personale, tra educatori e fisioterapisti. Si tratta di un istituto pubblico con un consiglio di amministrazione del quale, un membro viene nominato dalla parrocchia (recentemente dimessosi) e quattro dal Comune. 

Per una legge regionale del 2003 (confermata nel 2013), le Ipab – così come le Asp – dovrebbero perdere il loro status ed entrare nel  sistema socio sanitario dell’Unione, per servire un territorio più ampio. Ma l'amministrazione comunale, retta dal sindaco Gabriele Girometta – secondo l’opposizione – avrebbe fatto la richiesta di trasformazione della struttura in Fondazione privata nel 2007, ricevendo però una risposta negativa da parte dell’Emilia Romagna.

Inoltre nel dicembre del 2015, durante un consiglio comunale, la maggioranza avrebbe sostenuto la volontà di cambiare lo statuto (dell'Ipab) per aggiungere un membro della parrocchia, diventando due, mentre altri tre sarebbero stati sempre di competenza del Comune. 

Fatta un panoramica, il gruppo "Una vera Cortemaggiore" – che ha votato contro a questa trasformazione in consiglio – ha iniziato delle ricerche.  Dalle quali sarebbe emerso che “il Perini non è privatizzabile, per questo ci siamo insospettiti" hanno spiegato i componenti della lista civica. "Per privatizzarla, quindi, hanno deciso di aumentare i membri esterni, come prevederebbero le norme, anche se la Regione non considera il membro della parrocchia come socio privato ma come nominato da ente religioso". 

Secondo l'opposizione, non solo il servizio della struttura per gli anziani non sarebbe privatizzabile ma, secondo i documenti portati all'attenzione dei media, il consiglio di amministrazione che per essere designato dev'essere soggetto a un lungo percorso e all’approvazione della Regione, non è mai stato nominato.

"È dal 2010 che da Bologna sollecitano la documentazione necessaria a completare l'iter che consenta al presidente della giunta regionale di emanare un decreto di nomina". A questo punto, quindi, il consiglio nominato nel 2007 e scaduto nel 2010, non sarebbe mai stato rinnovato.

"Il sindaco avrebbe potuto designare anche gli stessi membri, cosa che non è stata fatta, nonostante sia stato sollecitato. L'ultimo invito è del 2014, quando il primo cittadino ha inviato alcuni nomi ma senza i dettagli e i riferimenti normativi che avrebbe dovuto produrre". 

Un consiglio di amministrazione che ha assunto personale, gestisce la casa di riposo, partecipa a gare e compie acquisti, ma che non sarebbe legittimato a farlo. "Almeno alla luce dei documenti che il Comune asserisce di avere. Per cui, non solo ci preoccupano le ricadute sui pazienti e sui lavoratori, tutti assunti dalla nuova cooperativa nel 2012, ma anche sul futuro di una struttura così importante. Senza dimenticare i contenziosi che si potrebbero aprire con le cooperative che non si erano aggiudicate il servizio e le aziende che hanno perso le gare per i servizi in questi anni". 

La lista “Una Vera Cortemaggiore” si è ora affidata al consigliere regionale Gianluigi Molinari (Pd), che ha presentato una interrogazione, chiedendo spiegazioni sulla questione, “per chiedere come mai la Regione non ha vigilato e come intende muoversi a seguito di questa situazione”. E Ferri, Borasi, Maffini e Tacchini hanno aggiunto: “Ci pare evidente che si tratti di un segno di grande incapacità politica e amministrativa, prima di tutto della maggioranza e poi del cda dell’Ipab che è stata avallato”.

WELFARE PIACENZA. CASA PROTETTA DI CORTEMAGGIORE, MOLINARI (PD): "E' CORRETTO L'ITER DI MODIFICA DELLO STATUTO? E QUALI LE CONSEGUENZE DEGLI ATTI COMPIUTI DAL 2010? RESPONSABILITA' AMMINISTRATORI?"

Interrogazione alla Giunta del consigliere: "Tutte le modifiche statutarie alle Ipab sono di norma approvate dalla Giunta regionale e anche la nomina del presidente e del Consiglio di amministrazione, proposta dal sindaco: c'è stata tale ratifica?"

“È corretto l’iter adottato per la modifica statutaria dell’Ipab Casa protetta ‘Gianni Perini’ di Cortemaggiore, nel piacentino?”. “Sono state effettuate le ratifiche da parte della Giunta regionale?”. Ancora, “quali sono le conseguenze rispetto agli atti compiuti dal 2010 a oggi dal Consiglio di amministrazione della Casa di cura e quali responsabilità si profilano per gli amministratori coinvolti?”. E infine, “il Consiglio di amministrazione della struttura ha provveduto a trasmettere alla Regione annualmente i bilanci approvati dal 2010 ad oggi, come previsto dalla normativa?”. A chiederlo, in una interrogazione alla Giunta, èGian Luigi Molinari (Pd).

Con una delibera consigliare del dicembre scorso, sottolinea il consigliere, “il Comune di Cortemaggiore ha espresso parere favorevole a una modifica apportata allo Statuto della Casa Protetta ‘Gianni Perini’, da parte del Consiglio di amministrazione della stessa struttura”.

“Nell’ultimo Consiglio comunale di Cortemaggiore- aggiunge-, come riportato dal quotidiano piacentino Libertà, la consigliera Valda Monici avrebbe affermato, relativamente alla Casa protetta, che ‘non esiste nomina valida dell’attuale Consiglio: non c’è decreto regionale che ha convalidato la nomina e di conseguenza il Consiglio attuale è scaduto nel 2010 e quindi illegittimo’”.

Tutte le modifiche statutarie alle Ipab, conclude Molinari, “sono di norma approvate dalla Giunta regionale, ai sensi della Legge regionale 2 del 2003, e anche la nomina del presidente e del Consiglio di amministrazione, proposta dal sindaco, deve essere ratificata attraverso una delibera dell’esecutivo regionale”.