Allarme rientrato e, come ogni volta, si contano i danni, si fa un primo bilancio e arrivano le prime considerazioni. I crolli delle strade in Valdarda e in Valchiavenna non hanno provocato vittime solo per miracolo: poteva essere un altro 14 settembre se solo qualcuno fosse passato sui tratti ceduti all'improvviso. Tra i miracolati c'è anche il sindaco di Gropparelli che stava transitando a Chiavenna Rocchetta proprio quando l'asfalto è stato inghiottito dall'acqua. E lo stesso si può dire almeno di altre due persone, sempre in zona. La pulizia dei torrenti e dei canali risulta essere una priorità, come aveva riferito a Piacenza24 ieri il sindaco di Lugagnano Jonathan Papamarenghi durante il suo sopralluogo nelle fasi critiche dell'emergenza di ieri. "Serve una pianificazione oltre alla gestione dellallarme". E sono in programma iniziative in tal senso. Di seguito pubblichiamo il comunicato della Prefettura con il punto della situazione.
Continua ad essere monitorata la situazione connessa alle recenti avversità atmosferiche. Grazie all’intervento degli Enti preposti e del volontariato di protezione civile, gli eventi emergenziali che hanno colpito diversi comuni della provincia vengono progressivamente superati.
In particolare, risultano riaperte alla circolazione le strade di collegamento per le località Paderna e Montanaro nonché la strada provinciale 587 chiuse a causa dell’esondazione del Riglio.
Attualmente risulta ancora non percorribile il tratto di strada provinciale 21 nel comune di Vernasca, nei pressi dello stabilimento Unicem. I percorsi alternativi sono segnalati in loco, i lavori per il ripristino della viabilità sono in corso e si prevede la conclusione degli stessi entro la tarda mattinata di domani.
Interrotta anche la strada comunale Veggiola-Riglio, nel comune di Gropparello e anche in tal caso è assicurato un percorso alternativo.
Riaperti il sottopasso ferroviario di Chiavenna Landi, nel comune di Caorso e la strada comunale di via Villetto, di collegamento tra i comuni di Cortemaggiore e Villanova, nella località San Martino in Olza.
Per quanto concerne la diga di Mignano, la stessa sta rilasciando 45 mc/sec in diminuzione.
L’AIPO ha poi riferito che i corsi d’acqua risultano essere tornati al di sotto dei livelli di guardia e che, comunque, permane una fase di monitoraggio per la verifica delle opere idrauliche sul territorio.
Si segnala, infine, che l’Agenzia Regionale di Protezione Civile ha prolungato la fase di preallarme e di attenzione per criticità idraulica e idrogeologica da martedì 1 marzo alle ore 00.00 fino a mercoledì 2 marzo alle ore 00.00.
Le consigliere provinciali Gloria Zanardi e Paola Galvani: "Ancora una volta si stava sfiorando l'ennesima tragedia. Bastano due giorni di pioggia ed il nostro territorio è di nuovo in ginocchio: strade chiuse e non percorribili, pericolo di esondazioni, frazioni isolate, black out agli impianti elettrici, ma soprattutto molta paura. Sono passati pochi mesi da quando la Provincia di Piacenza ha dovuto fare fronte con risorse proprie all'emergenza alluvione settembre 2015. Scelte responsabili per il bene del nostro territorio, nonostante i conti di cassa dell'ente provinciale siano già penalizzati dal caotico riordino in atto. Dei quasi 10 milioni spesi dalla Provincia per l'alluvione solo 1.4 verranno rimborsati dalla Regione Emilia Romagna, e gli altri? Gli altri erano già destinati alle strade ed alle scuole in condizioni pietose prima dell'alluvione. Ora, invece, serviranno altre risorse, altre energie e quell' ”ente provincia”, che deve essere cancellato dalla costituzione, è costretto a vendere i gioielli di famiglia (palazzo della prefettura) per fronteggiare le emergenze. Non è più tempo di chiacchiere o di passerelle politiche (non si è mai visto tanto governo a Piacenza), ma è tempo di opere, da quelle più piccole, per ripristinare la normale viabilità, a quelle più ampie di difesa. Sappiamo che le procedure di allerta sono inadeguate ed insufficienti – ricordando le dichiarazioni del direttore dell'Agenzia regionale di Protezione Civile, Maurizio Mainetti, in sede di commissione di inchiesta presso il Comune di Piacenza. Sappiamo che la stabilità idrogeologica del territorio della nostra provincia è precaria. Sappiamo che le risorse umane ed economiche a disposizione dei comuni non sono sufficienti per fare fronte a situazioni di questo genere. Tuttavia, essere consapevoli delle criticità che si riscontrano in queste situazioni non basta per mettersi il cuore in pace. Superata questa fase emergenziale, devono necessariamente realizzarsi progetti strutturali ed interventi sistematici su tutto il territorio piacentino per la prevenzione del dissesto idrogeologico e per la difesa del suolo, nel senso più ampio possibile. La sicurezza e l'incolumità dei cittadini sono priorità imprescindibili. Occorre stanziare risorse senza lesinare per la protezione delle persone e anche i loro beni – frutto della fatica di una vita. Il governo centrale, invece di perdersi in chiacchiere su temi in merito ai quali, in questa sede, meglio non soffermarsi, dovrebbe concentrarsi maggiormente su problemi come questi che riguardano tutta la collettività e che possono comportare conseguenze drammatiche, come già accaduto. Tra l'altro sono gli amministratori dei comuni interessati che, essendo a contatto diretto con i cittadini, ricevono lamentele e proteste dai residenti, giustamente arrabbiati e che, spesso, comprensibilmente non sono al corrente che, purtroppo, non dipende sempre dal sindaco o dai consiglieri la risoluzione diretta dei problemi, occorrendo rispettare passaggi burocratici e competenze di vario genere, mentre altri politici si limitano a sorvolare in elicottero le zone colpite. Deve essere un impegno di tutti prevenire agire e difendere il nostro territorio ed i nostri abitanti, deve essere il primo obbiettivo di ogni politico. E chi non è in grado di stare vicino a noi poveri amministratori locali senza risorse forse è il caso che rifletta sul proprio ruolo".