Spazio Rosso Tiziano, sabato 5 marzo inaugura due mostre

Si può resistere al richiamo della creatività, dell’artista che è in noi? Possiamo sfuggire al desiderio di rappresentare la bellezza secondo i nostri ideali, e restare perennemente nel solco sicuro del lavoro, della vita quotidiana e dei suoi mille impegni? Sembra di no. Quando si coltiva dentro di sé una grande voglia di esprimere la propria vena artistica, prima o poi l’occasione spunta e deve essere colta subito, anche se, dal punto di vista tecnico e “formativo”, si parte da zero e la strada da fare sembra tutta in salita. Ci vogliono grandi determinazione e coraggio; lo dimostrano Liviana Zanacchi ed Elena Cribellati con una doppia personale che aprirà al pubblico dal 5 al 23 marzo presso lo “Spazio Rosso Tiziano” di via Taverna n. 41, Piacenza, nella quale le due scultrici si presenteranno al pubblico ognuna attraverso le proprie opere, fortemente personali ed evocative.Infatti, sebbene Liviana ed Elena abbiano compiuto un percorso di vita e di formazione per molti versi analogo, l’esito creativo è individuale e si ispira a fonti e motivazioni diverse.

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“Sacri e Fanti” è il titolo della sezione allestita da Liviana; nata a Piacenza, moglie di un musicista professionista e madre di un fotografo riconosciuto, dopo gli anni trascorsi ad accudire la famiglia decide di intraprendere lei stessa un percorso artistico iscrivendosi nel 2008 alla Scuola d’Arte di Piacenza, dove si dedica a numerose discipline, seguendo in particolare le lezioni di Figura con il prof. Bruno Grassi e di Scultura con il prof. Paolo Perotti, al quale poi subentra il prof. Mario Branca. Appresa la tecnica, Liviana trova naturale applicarla alla raffigurazione di personaggi emblematici della sua infanzia, la cui memoria provoca ancora in lei simpatia e nostalgia al tempo stesso. Questi personaggi altro non sono che le suore, che in un passato non troppo lontano si occupavano non solo dell’istruzione dei bambini, ma anche del loro tempo libero, dei loro giochi, offrendo momenti di svago altrimenti preclusi alla maggioranza delle famiglie. Liviana ricorda le suore della sua giovinezza come matrone opulente, gioviali e materne, contraddistinte da un vago sorriso e da una singolare cuffietta con le punte all’insù, richiamo immediato quanto inconsapevole alle cameriere di Vermeer, donne comuni che pure restano impresse nell’animo di chi le ammira. Il tema del sacro, come suggerisce il titolo, è affrontato con leggerezza e amenità, anche quando il soggetto diventa un vescovo a passeggio o addirittura appisolato sotto un immaginario albero frondoso.

Elena approda alla Scuola d’Arte solo un anno più tardi di Liviana, e nasce subito un’amicizia discreta quanto profonda, tanto da permettere alle due scultrici di condividere l’atelier di via Scalabrini, rifugio e luogo di creazione, lavoro e aspettativa. Nata a Ponte dell’Olio (PC), ma presto trasferitasi in città, Elena frequenta le scuole magistrali (sognando invece un percorso artistico) e mantiene sempre viva la propria passione per l’Arte pur avendo costruito una famiglia e mantenuto un impiego part-time; appena possibile visita mostre e sfoglia cataloghi, fino a quando un’esposizione di fine anno degli allievi del locale Istituto d’Arte non la convince che è ora di ritagliarsi un proprio spazio creativo. “Volti” è l’esito di sette anni di studio e dedizione, sacrifici e contrasti, ma anche di soddisfazione e auto-realizzazione; una serie di “ritratti” in creta colorata nelle tinte calde della terracotta, ma dallo sguardo distaccato ed enigmatico, al di fuori del tempo e della contingenza, come è tipico dell’Arte classica. L’armonia e la proporzione dei volti, che ritraggono emozioni e stati d’animo anziché personaggi della realtà, contrasta vivacemente con le tormentate ed elaboratissime capigliature, come se il groviglio inestricabile dei pensieri fosse fuoriuscito a dispetto dell’immobile austerità degli sguardi.A due anni dalla positiva esperienza della mostra collettiva “Arte in Comune”, organizzata presso il Castello di Agazzano con altri allievi dell’Istituto, le due scultrici hanno deciso di presentarsi in coppia per dare maggior risalto alle proprie opere, che nel frattempo sono cresciute in quantità e maturità.

L’appuntamento è per sabato 5 marzo alle ore 18,00 presso lo “Spazio Rosso Tiziano”, e chissà che non sia d’ispirazione per qualche altro “artista latente”. 

Sempre il 05 marzo alle 18:00 verrà inaugurata anche la mostra di Emilio Sgorbati “Non ora. Più tardi” . Sgorbati nasce ad Agazzano ( Piacenza ) dove tuttora vive e lavora nel suo studio. Ancora giovanissimo partecipa a collettive tra Piacenza e Milano esponendo opere nelle quali fa uso di materiali inusuali sperimentando così diverse tecniche espressive. Grazie alle lezioni presso l’ Istituto d’ Arte “ Felice Gazzola” di Piacenza affina il disegno della figura umana dal vero e pur mantenendola al centro dei suoi lavori muta progressivamente stile. In ogni dipinto è raccontata una storia diversa,drammatica o ironica,sospesa tra realtà e fantasia. La mostra resterà aperta fino al 23 marzo 2016.