«La situazione rischia di scoppiare se non si interviene in modo preventivo e sistematico». L'allarme arriva da Jonathan Papamarenghi, sindaco di Lugagnano, che da ieri sera, come altri suoi colleghi del territorio piacentino, è “sul campo” per monitorare le condizioni dei centri abitati e delle vie di comunicazione ancora una volta a rischio per il maltempo. A Torricella di Chiavenna Rocchetta è letteralmente crollata la strada e ora la viabilità è interrotta. In mattinata un problema analogo si è verificato sulla strada che porta al cementificio Buzzi Unicem, già nel comune di Vernasca: sul posto i carabinieri in attesa di capire come muoversi per risolvere la situazione. Una situazione che di ora in ora è in continua evoluzione ed è, ancora una volta, critica. E' ancora fresco il ricordo del 14 settembre, giorno della più tragica alluvione nel Piacentino, e oggi, con due giorni di pioggia ininterrotta benché con livelli non oltre i limiti di guardia, Piacenza e i comuni della sua provincia hanno paura.
Il problema non è solo la pioggia, dice il primo cittadino del comune che al momento sta subendo i danni peggiori in queste ore di maltempo; il problema è «il terreno che non è più in grado di assorbire le precipitazioni come un tempo» e soprattutto la situazione dei torrenti: «All'altezza delle anse – dice Papamarenghi, raggiunto sul cellulare mentre con i tecnici del suo comune gira di frazione in frazione per aggiornarsi sulle varie criticità – si creano depositi di ghiaia e legname ostruendo il passaggio dell'acqua e creando situazioni di pericolo. Situazioni che aspettano solo un po' di pioggia per scoppiare». «Ora affrontiamo l'emergenza – aggiunge – ma già da domani dovremo considerare una pianificazione diversa e più efficace per tenere puliti gli alvei dei nostri corsi d'acqua. Altrimenti saremo costantemente in emergenza».
Maltempo, l'aggiornamento della Protezione civile
Nessuna criticità per il picco della piena del Secchia, ma i fiumi rimangono sotto osservazione. L'assessore Gazzolo: "I lavori di manutenzione straordinaria di taglio della vegetazione in alveo nel modenese hanno confermato oggi tutta la loro utilità ed efficacia. Manteniamo alta la vigilanza perché la piena è ancora in atto"
Bologna – Si sta attenuando la perturbazione che ha attraversato l’Emilia-Romagna nelle scorse ore, anche se resta la previsione di possibili rovesci localizzati fino a tutto il pomeriggio di oggi. Nessuna criticità è stata rilevata per il passaggio del picco della piena del fiume Secchia, ma i corsi d’acqua della regione continuano ad essere monitorati.
“Gli interventi di manutenzione straordinaria di taglio della vegetazione in alveo nel modenese hanno confermato oggi tutta la loro utilità ed efficacia – afferma l’assessore regionale alla Difesa del suolo Paola Gazzolo -. Malgrado la piena consistente, hanno permesso infatti di mantenere il livello dell’acqua più basso e di farla defluire in modo più scorrevole. In ogni caso manteniamo alta la vigilanza e aspettiamo di vedere l’evoluzione della piena che è ancora in atto. Intanto – conclude l’assessore – voglio ringraziare i 150 volontari di Protezione civile che anche in questa occasione sono intervenuti con la consueta disponibilità e velocità”.
A Modena come misure precauzionali sono chiuse le scuole di Bastiglia, Bomporto e Sozzigalli di Soliera ed i ponti Alto, dell’Uccellino, di Navicello vecchio e di via Curtatona. Fase di allarme ancora attiva anche per i livelli idrometrici toccati dai fiumi e torrenti Tresinaro, Riglio, Stirone, Enza, Rovacchia, Chiavenna e Arda. Nel piacentino il fiume Arda è uscito a valle di Fiorenzuola D’Arda, isolando alcune abitazioni sparse nei Comuni di Corte Maggiore e San Pietro in Cerro. Anche nel parmense, a Pellegrino parmense (frazione di Rigollo) una decina di persone sono rimaste isolate per l’attivazione di una frana, che ha interessato alcune case. Segnalati allagamenti di sottopassi. Le piene dei corsi d’acqua nel reggiano hanno messo in moto alcune misure cautelative: la chiusura dei ponti sull’Enza a Sorbolo, sul Tresinaro a Rubiera e sul Crostolo a Ca’ del Bosco. Per quanto riguarda la zona costiera, interessata dalle mareggiate, sono state segnalate erosioni al litorale e alle arginature invernali (dune).
Per seguire le emergenze sono al lavoro circa 150 volontari di Protezione civile nei territori dell’Emilia occidentale: si tratta di 31 squadre distribuite tra Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena e Bologna.
Sono state aperte anche le strutture operative che seguono l’emergenza a livello locale (Coc-Centro operativo comunale e Cup-Centro unificato provinciale): i Coc di Cadelbosco, Novellara e Castelnovo a Reggio Emilia; di Colorno, Sorbolo, San Secondo e Tizzano Val Parma in provincia di Parma, con l’attivazione anche del Cup del capoluogo; di Carpi, Soliera, Concordia e Novi di Modena nel modenese dove è attivo anche il Cup di Marzaglia; di San Pietro in Cerro nel piacentino.
MALTEMPO, CONFAGRICOLTURA: PREOCCUPAZIONE NELLE CAMPAGNE
Confagricoltura Piacenza: numerose le segnalazioni di allagamenti
Piove da due giorni e la nostra provincia di nuovo in ginocchio. Lo stato di allerta diramato per il fine settimana è diventato, per alcune zone, di allarme. In queste ore la mente corre all’alluvione di settembre e la preoccupazione cresce. Stamattina alle 8 la Prefettura di Piacenza ha alzato il livello di attenzione: da preallarme ad allarme per criticità idraulica del fiume Arda e del fiume Chiavenna, che infatti è straripato a Chiavenna Landi costringendo la chiusura della provinciale per Cortemaggiore. Il torrente Riglio già da questa notte è straripato provocando allagamenti sulle strade interne del comune di San Giorgio e sulla provinciale verso Carpaneto. A Veggiola di Gropparello una frana ha interrotto la strada. Torrenti al limite e smottamenti si registrano nei comuni di Vernasca e Lugagnano dove le strade stanno cedendo e in particolare è a rischio chiusura la strada che sale da Lugagnano verso Morfasso, all’altezza della cementeria, erosa dall’Arda in piena. Vari smottamenti si sono verificati lungo la strada che collega la Valchero alla Valchiavenna. Alla diga di Mignano, giunta quasi al limite della capacità di invaso, sono state aperte le paratie per consentire il deflusso dell’acqua, raggiungendo i 60 mc/sec. Numerose le telefonate degli associati di Confagricoltura Piacenza che segnalano rivi e canali oltre la soglia di sicurezza, allagamenti nelle campagne, interruzione di strade e acqua nelle corti. “Arda, Ongina, Chiavenna, Chero e Nure – spiega Enrico Chiesa, presidente di Confagricoltura Piacenza – sono particolarmente ingrossati e diversi canali hanno già invaso i campi nelle zone di Villanova e Monticelli. Preoccupa anche il Trebbia. Da Rivergaro sono arrivate fotografie di campi allagati a Pieve Dugliara. Il Tidone è in piena ed uscito dall’alveo a Rottofreno mandando sott’acqua le semine. Stessa sorte per il torrente Loggia, che ha allagato cantine a Gragnano in località Vallarsa. Ora siamo di nuovo in emergenza e gli forzi dovranno essere concentrati a ridurre i pericoli, a porre in essere le procedure predisposte, ma ciò che da sempre chiediamo è una presa di coscienza che impone un piano idrico integrato che tenga conto anche della mutata situazione, sia essa imputabile alla gestione dei fiumi o ai cambiamenti climatici .Ancora una volta siamo a contare i danni, enormemente superiori al costo delle opere di manutenzione e di prevenzione che sono tuttora avversate dall’ideologia pseudoambientalista dominante”.
Consorzio di Bonifica e Sindaci, intervenire sui punti più fragili ed esposti per consolidare le arginature sull’Arda.
I sindaci del territorio Girometta ( Cortemaggiore), Sogni (San Pietro in Cerro) e Freddi (Villanova) : azione comune con STB e AIPO e la collaborazione del Consorzio di Bonifica per una immediato ripristino dei tratti di arginature più fragili anche quelle di privati frontisti
E’ proseguita a ritmo incessante durante tutto il giorno l’attività di tecnici e operai del Consorzio di Bonifica impegnati sul territorio già da ieri sera in seguito alle straordinarie precipitazioni piovose cadute in tutto il piacentino. Ad Armalunga, dalle 21 di domenica, le pompe idrovore hanno iniziato a pompare ininterrottamente sempre più acqua in corrispondenza dell’aumento progressivo della portata. Nel pomeriggio di oggi un dato registrato assai rilevante riguarda il sollevamento delle acque che supera i 288mila metri cubi sollevati e nessun tipo di fuoriuscita nell’area circostante. La Cassa di espansione della Farnesiana ha retto correttamente la portata e pur avendo incrementato il livello di acqua presente ha consentito il deflusso verso il Canale Diversivo Est. A San Nicolò la cassa di laminazione recentemente ultimata e il nuovo impianto del Consorzio hanno permesso di scongiurare le esondazioni che da tempo attanagliavano case e strade del comprensorio. Per quanto concerne il Canale Diversivo Ovest la portata ha raggiunto anche in questo caso livelli notevoli di circa 25 metri cubi al secondo in mattinata. Sul Canale di Pittolo all’alba sono state effettuate da parte degli operai operazioni di rimozione di materiali accumulatisi già da ieri e che ostruivano il deflusso delle acque verso lo scolmatore. Interventi e soprallughi di monitoraggio anche in località Gragnanino, Rio Stradazza a Ciavernasco e Pittolo, Dossi di Roncaglia, La Verza, Rio Comune destra e Scolmatore di Settima. Funzionamento regolare anche dei nuovi scolmatori recentemente realizzati a Podenzano in località Settima e Caselle. Inoltre è stato fatto in tempi utili un costante lavoro di pulizia di numerosissime griglie su tutto il reticolo minore che presentavano abbondanti quantità di detriti, ramaglie e vegetali caduti in seguito alle folate di forte vento di ieri sera. I tecnici hanno anche provveduto a rimuovere una grossa alberatura in località Montale (zona Ipercoop) e alla tombinatura del Rio Chiappone- Case Rocco nell’area di Sant’Antonio. In Val Tidone incessante anche in questo caso la pulizia di griglie e tombotti otturati che non lasciavano scorrere le acque. L’impianto di Casino Boschi è entrato in funzione ieri sera e continua a funzionare tutt’ora con due pompe idrovore in azione continua con un sollevamento complessivo di 73mila metri cubi. Per quanto concerne le reazioni il Consorzio – che nei giorni scorsi aveva sottolineato in modo forte quanto fosse importante intervenire sulle arginature, anche private, che spesso non hanno ricevuto nel tempo le necessarie manutenzioni -sono da sottolineare alcune dichiarazioni dei sindaci del territorio Girometta (Cortemaggiore), Sogni (San Pietro in Cerro) e Freddi (Villanova) che vanno proprio in questa direzione di condividere con la Regione Emilia Romagna altre istituzioni un analisi delle cause e un immediato ripristino degli argini, anche quelli privati, con il coinvolgimento dei frontisti per evitare danni futuri.
BONIFICA,IRRIGAZIONE E TUTELA DEL TERRITORIO: QUALE FUTURO PER LA VAL D’ARDA?
PAOLO CHIAPPA (SEGRETARIO FLAI CGIL PIACENZA) AUTOREVOLEZZA AL POSTO DELL'AUTORITARSIMO
“Gli organi di informazione hanno riferito nei giorni scorsi della rielezione del Presidente del Consorzio di Bonifica e del rinnovo del CdA e del Comitato Amministrativo dello stesso. Il rinnovo delle cariche avviene ad oltre due mesi dalla consultazione elettorale su cui pende ancora un ricorso ad opera di una lista non ammessa alle elezioni. Di fatto, tutte le maggiori associazioni economiche imprenditoriali della nostra provincia sono rappresentate nei nuovi organismi direttivi e quindi, parteciperanno alle politiche dell’ente e ne saranno compiutamente responsabili. Nondimeno anche la politica e la pubblica amministrazione, nello specifico la Regione Emilia Romagna , giocano un ruolo fondamentale in termini di finanziamento di opere e di controllo sui Consorzi. Giovedi 25 febbraio, l’ente di strada val nure, ha organizzato una visita agli impianti consortili della zona Val D’Arda – Basso Piacentino cui hanno partecipato gli amministratori e tra gli altri, il Prefetto di Piacenza e l’Assessore Regionale alla Protezione Civile. Il Presidente, così riportano le cronache della stampa, ha fatto le seguenti dichiarazioni: “ La nostra maggiore criticità al momento è la Val D’Arda”; “ il torrente Arda non è in grado di trasportare le acque raccolte nel suo bacino idrografico, ma solo un terzo”. L’Assessore Regionale, sempre riportando quanto scritto sulla stampa, si è impegnata alla programmazione di nuovi interventi per due milioni di euro per la messa in sicurezza non emergenziale ma di prevenzione lungo tutto il corso dell’Arda. Dal resoconto della giornata, l’opera di gestione ordinaria e straordinaria della rete consortile, ne esce promossa a pieni voti e di questo siamo convinti anche noi. Il Consorzio dispone in effetti di personale dipendente sia a livello impiegatizio che operaio, con grande professionalità ,esperienza, dedizione al lavoro e, da un po’ di tempo a questa parte, una grande pazienza. Gli impianti e la rete di canali vengono gestiti manovrati e manutenuti da queste persone: se fino ad oggi tutto ha funzionato a dovere, il merito va riconosciuto a loro. Peccato non se ne sia fatto cenno. Ma, se la maggiore criticità è la Val D’Arda, perché il Comitato Amministrativo, in data 16 Febbraio ha approvato, con urgenza, una delibera che unifica la zona val d’arda con quella del basso piacentino con conseguente chiusura della sede operativa di Fiorenzuola ? Perché ha trasferito, d’imperio, gli operai di Fiorenzuola a S.Nazzaro di Monticelli costringendoli ad un forzato ed inutile pendolarismo? Nelle nuove ( e non discusse con il sindacato ,ci mancherebbe anche questa) disposizioni, i lavoratori timbrano l’inizio turno a S.Nazzaro, ricevono gli ordini per la giornata dal capo operaio poi tornano nella zona di Fiorenzuola( l’area è ampia: ricomprende 6 comuni) a lavorare ed a fine turno ritornano a S.Nazzaro per timbrare l’uscita dal lavoro. Cosa significa tutto ciò? Sicuramente provoca ai lavoratori un notevole disagio ed all’ente più svantaggi che benefici: il tempo che oggi passano in auto nei trasferimenti prima veniva lavorato; senza più un responsabile nella sede di Fiorenzuola, in caso di problemi dovranno aspettare il capo operaio che nella migliore delle ipotesi sarà in ufficio a san Nazzaro nella peggiore in giro nelle campagne della bassa a risolvere altri problemi. Come potrà essere mantenuta l’efficienza del servizio che il Consorzio ha messo in opera fino ad ora, se invece di investire in uomini e mezzi , con la chiusura di Fiorenzuola , nella zona di maggiore criticità della provincia , si fa esattamente il contrario? E’ togliendo i presidi sul territorio che si rafforza la prevenzione? Infine: gli agricoltori lo sanno che a Fiorenzuola resterà solo un deposito mezzi e che la prossima estate la programmazione dell’irrigazione sarà gestita in un’altra sede? Avremo modo , in un prossimo intervento, di fare una disamina sullo stato delle relazioni sindacali, per il momento ci limitiamo ad osservare che il sindacato contratta quotidianamente e stipula accordi di importanza rilevante con tutte le associazioni che oggi amministrano l’ente, senza dimenticare il “ Patto per il Lavoro” stipulato da CGIL,CISL,UIL con la Regione Emilia Romagna. Riusciremo a ricondurre nel Consorzio di Piacenza una normale dialettica sindacale o dovremo invece ricorrere sistematicamente all’azione dei nostri uffici legali? Ci rivolgiamo in questa sede ai vecchi ed ai nuovi amministratori: nell’affrontare le sfide che si presenteranno nel corso del vostro mandato (la prima la diciamo così: migliorare l’indice di gradimento che i cittadini hanno nei confronti dell’ente) sarà essenziale la capacità di valorizzare e di dialogare con le lavoratrici ed i lavoratori, di sostituire l’autoritarismo con l’autorevolezza”.