Accoltellò al collo l’amico in un bar di via Alberoni, assolto tunisino 29enne

Con un coltello da macellaio aveva pugnalato al collo un amico e connazionale di 50 anni accusandolo di non seguire i dettami del Ramadan. I fatti erano accaduti il luglio scorso in un bar di via Alberoni a Piacenza. L’aggressore, un 29enne tunisino, è stato assolto dall’accusa di tentato omicidio. L’avvocato difensore dell’imputato, Emanuele Solari, aveva chiesto una perizia psichiatrica per il proprio assistito e  il Tribunale aveva incaricato lo psichiatra Filippo Lombardi. Perizia secondo la quale il tunisino, già bisognoso di cure e assistenza, al momento dell’aggressione era totalmente incapace di intendere e di volere. I giudici Italo Ghitti, Ivan Borasi e Luca Milani, impugnando la relazione, hanno dichiarato lo straniero non imputabile e lo hanno assolto dall’accusa di tentato omicidio disponendo appunto il ricovero al Rems.

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I FATTI
Erano le 22 del 1 luglio quando all’interno di un bar di via Alberoni si era improvvisamente scatenata una furiosa lite tra due avventori di origine nordafricana. Tra i due clienti era nata una zuffa che dalle parole presto sfociò nella violenza fisica: uno dei due contendenti, infatti, a un certo punto estrasse un coltello con il quale colpì al collo l'avversario. Dopo aver sferrato il fendente l'autore del gesto, il 29enne tunisino, fuggì facendo perdere le proprie tracce. L’aggressore fu rintracciato in via Cavour poco dopo. All’origine della rissa futili motivi inizialmente legati, pare, all’utilizzo di una slot machine poi sfociati in una discussione religiosa nel corso della quale il 29enne avrebbe accusato il 50enne di non rispettare i dettami del Ramadan.