Altro appuntamento con il “Piacenza Suona Jazz”, rassegna sviluppatasi in seno al Piacenza Jazz Fest con l’intento di coinvolgere altri luoghi dove ascoltare della musica Jazz di qualità. Questi luoghi sono stati individuati dal Piacenza Jazz Club, organizzatore del festival, in otto locali e circoli della città e provincia di Piacenza che già programmano abitualmente musica live e che hanno gestori che credono nella diffusione della cultura musicale. Tra questi anche quest’anno figura il Dubliner’s Irish Pub di via S. Siro 24 che solo un paio di giorni fa è stato la sede di un distensivo Jazz Brunch accompagnato dal Lino Franceschetti Trio e che si animerà di nuovo al ritmo del quartetto di Monica Agosti. Il gruppo presenterà l’intrigante progetto “Nicasphere” martedì 23 febbraio alle ore 22.00. Monica Agosti sarà affiancata sulla pedana da Gianni Satta alla tromba, Giovanni Guerretti all’organo Hammond e Oberdan Galvani alla batteria. La rassegna vede il supporto della Fondazione di Piacenza e Vigevano ed è patrocinata dal Comune e Provincia di Piacenza e dalla Regione Emilia-Romagna. Il concerto è gratuito.
Repertorio decisamente insolito quello relativo al progetto “Nicasphere” del quartetto della cantante piacentina Monica Agosti, che non si limita a pescare nel pozzo quasi inesauribile e sempre appagante degli standard jazz, ma propone un concerto dal profilo più esoterico in cui si ascoltano anche le raffinate linee melodiche di famosi “jazz tunes” (cioè composizioni jazz originali e non provenienti da altri repertori più popolari) per lo più provenienti dall’epoca d’oro degli anni ’50 e ’60; brani caratterizzati dalla tipica “front-line” tromba-saxofono, che tanto hanno contribuito a canonizzare l’immaginario sonoro di questo genere musicale. Sotto quest’aspetto si collocano ad esempio le rivisitazioni di capolavori come “Sandu“ e “Joy Spring“ (del quintetto di Clifford Brown) o la famosissima “Nica’s Dream“ di Horace Silver, o la classica “Four“ di Miles Davis, o i meravigliosi temi del primo Ornette Coleman come “Jayne“ e “The Blessing“. Il concetto di rivisitazione emerge in questo quartetto anche dal punto di vista timbrico, in quanto i ruoli classici del pianoforte e del contrabbasso vengono qui “riassunti” dal lavoro dell’organo di Giovanni Guerretti, responsabile non solo dell’armonia ma anche del registro basso e swingante dell’ensemble, nonché della classica, splendida atmosfera ritmica che solo il suono dell’organo Hammond è capace di creare. Oberdan Galvani alla batteria arricchisce la sezione ritmica che costituisce la solida base sulla quale si muovono la tromba di Gianni Satta, musicista di grande personalità, e la poliedrica voce di Monica Agosti per dare vita ad un continuo dialogo improvvisativo che conferisce grande energia alla musica.
L’intenso programma di “Piacenza Suona Jazz” prosegue senza soste durante tutta la settimana: domani sera alle ore 22.00 sarà la volta della Nanoband al Tuxedo, giovedì 25 il Sara Giovannini Quartet al Melville di S. Nicolò, venerdì 26 agli Amici del Po suoneranno Bebo Ferra e Paolino Dalla Porta mentre sabato 27 febbraio sarà il Sound Bonico a ospitare Piacenza Suona Jazz con addirittura un doppio concerto.