Sembra una Bobbio di fine luglio quella di stamattina: gente in giro, movimento, fermento come quando lo splendido borgo medievale dell’alta Valtrebbia ospita i giovani artisti che ogni estate frequentano la scuola Fare Cinema di Marco Bellocchio, che quest’anno spegne la ventesima candelina. Una realtà consolidata, apprezzata e riconosciuta a livello internazionale e che nel 2010 ha avuto il suggello di Venezia: il film Sorelle Mai, girato a Bobbio con la collaborazione dei frequentatori del corso, è stato presentato al Festival più importante d’Italia. Oggi a Bobbio è arrivato il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini e per la città di San Colombano, oltre che per tutta la valle e per tutta la provincia di Piacenza, si apre ufficialmente un’era nuova: Fare Cinema diventa un centro permanente di alta formazione cinematografica. Una sorta di dottorato, dunque, che farà di Bobbio una nuova, piccola e preziosa capitale del cinema italiano grazie a un maestro indiscusso quale è Marco Bellocchio. Solitamente uomo di poche parole, oggi il regista – pur parlando di prudenza «dovuta all’età», dice ironicamente – si è lasciato andare con idee, progetti, ambizioni: «L’idea di trasformare Fare Cinema in una scuola permanente, tutto l’anno, è ambiziosa ed entusiasmante. Chiameremo registi, sceneggiatori, attori e musicisti di alto profilo e sarebbe bellissimo poter pensare di fare qualcosa di cinematografico che metta al centro proprio Bobbio e i suoi personaggi storici come San Colombano, e poi il fiume Trebbia, la vallata…».
Al suo fianco, seduto al tavolo dei relatori allestito nell’auditorium Santa Chiara a due passi dal Municipio della città valtrebbiese, c’è il ministro Franceschini, ospite d’onore dell’incontro aperto a tutti (la sala è gremita), c’è Paola Pedrazzini, operativissima organizzatrice del Bobbio Film Festival e direttrice di Fare Cinema, c’è il sottosegretario all’economia Paola De Micheli alla quale è andato il grazie unanime di tutti i presenti perché è grazie a lei che tutte le anime di questo progetto hanno potuto unirsi e trasformarsi in qualcosa di concreto; poi c’è Paola Gazzolo, assessore di una Regione, l’Emilia-Romagna, che ha creduto e sta credendo molto nel cinema e in genere nella cultura come punto di forza attrattiva anche in termini turistici. «Tutte queste Paole – scherza il ministro guardando a turno Paola De Micheli, Paola Gazzolo e Paola Pedrazzini – potranno ora lavorare insieme per creare qualcosa destinato a durare nel tempo». Ed è questo l’obiettivo ultimo, come ha sottolineato lo stesso Bellocchio: «Questo centro di formazione dovrà proseguire indipendentemente dalla mia figura» dice, con un occhio rivolto a suo figlio Piergiorgio, già da tempo coordinatore didattico di Fare Cinema. Una scuola che ha contribuito in questi vent’anni a trasformare Bobbio ogni estate, riempiendola di artisti, animandola, rendendola internazionale. Da oggi questo processo avrà un’accelerazione e «tutto ciò – dice il ministro Franceschini – si inserisce perfettamente nell’idea che ha il governo di rendere l’Italia un grande “”museo diffuso». Ecco il perché – spiega – della fusione di quelli che un tempo erano due dicasteri diversi, Turismo e Cultura; ha senso che stiano insieme perché in Italia sono le due facce di una stessa medaglia. Un’idea vincente che si basa sulla considerazione che la gran parte dei turisti che visitano il Bel Paese lo fa per motivi culturali oltre che paesaggistici. L’Italia, in effetti, è la culla della cultura europea e per certi versi mondiali, e ogni borgo – anche i più piccoli, i meno conosciuti – trasuda storia, tradizioni ed emozioni senza tempo. Bobbio, nella visione di Franceschini, risponde a tutto ciò.
Una considerazione di cui è particolarmente orgoglioso il sindaco Roberto Pasquali, in fascia tricolore a fare gli onori di casa e ad annunciare la ristrutturazione dell’ex chiesa di San Francesco, a Bobbio, nella quale si spera di poter trasferire la sede di Fare Cinema.
«L’annuncio di oggi del ministro Franceschini è un vero e proprio “ciack si gira”» dice invece Paola Gazzolo, con una metafora che non può essere più azzeccata; e sottolinea l’attenzione dell’amministrazione emiliano-romagnola retta da Stefano Bonaccini alla cultura e al cinema in particolare, anticipando al pubblico il primo bando internazionale di cinema che indirà proprio la Regione il prossimo marzo. Parlando poi nelle sue vesti più specifiche di assessore alla Montagna, non può che dirsi soddisfatta di un progetto destinato ad invertire la tendenza allo spopolamento delle zone appenniniche e destinato non solo a creare cultura, ad alimentare creatività ma ad alimentare economia con un indotto sempre crescente.
Paola De Micheli, radiosa nella sua gravidanza, pone l’accento sulla concretezza della buona burocrazia: «Se ne parla sempre male – dice – ma ci sono esempi virtuosi. Il ministro Franceschini ha collaboratori bravissimi che lo seguono nella sua concretezza, e oggi siamo qui a presentare un progetto che più concreto non potrebbe essere».
Da Bobbio il ministro Dario Franceschini si è poi spostato a Piacenza, a Palazzo Rota Pisaroni, sede della Fondazione di Piacenza e Vigevano, dove era in corso un convegno per illustrare il recupero del collegio Santa Chiara di proprietà dell’ente di via Sant’Eufemia. Altro progetto ambizioso destinato, tra le altre cose, ad ospitare l’università della musica e cioè il conservatorio Nicolini.