Saipem, è ufficiale: smobilita Cortemaggiore e se ne va in Romania e Croazia

 Ieri, 16 febbraio, si sono incontrati presso la sede di Confindustria Piacenza i rappresentanti di Saipem spa e le segreterie provinciali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil per una verifica della situazione del sito Saipem di Cortemaggiore.

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Saipem ha sostenuto che rispetto al 2 dicembre scorso, quando c'è stato l'ultimo confronto nel quale erano state fornite rassicurazioni dalla parte datoriale, il prezzo del petrolio è sceso ulteriormente con contestuale ulteriore riduzione o differimento delle commesse.

L'azienda ha lanciato nel 2015 un piano che prevede un cosiddetto saving complessivo per il triennio 2015-2017 pari a 1,5 miliardi, uno scenario che impatta anche sul sito di Cortemaggiore.

Per questo i sindacati  sindacati Filctm Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil di Piacenza hanno dichiarato con amarezza: "Dopo le rassicurazioni arrivate da azienda e Confindustria nei mesi scorsi, Saipem smobilita da Cortemaggiore. Siamo di fronte ad un'altra perdita di competenze e attrattività per il territorio piacentino. Negli scorsi anni ruotavano su Cortemaggiore circa un centinaio di persone (trasfertisti, off-shore, somministrati ecc.) che oggi rischiano di essere persi per sempre. Nel corso dell'incontro abbiamo concordato con Saipem il mantenimento dei dipendenti diretti, 6 indeterminati e 1 determinato che verrà stabilizzato. Nessuno perderà il proprio posto di lavoro, abbiamo stabilizzato un lavoratore e siamo riusciti a far mantenere la sede a Cortemaggiore in modo che in futuro ci possa essere la possibilità di intercettare un incremento occupazionale Saipem che confluisca nello storico sito produttivo di Cortemaggiore. Il rammarico è relativo al fatto che privilegiando siti esteri vedi Rijeka (croazia) e Ploiesti (Romania), per posizione geografiche più baricentriche alle attività Saipem, il ritorno di commesse favorevoli a Cortemaggiore non garantisco la ripresa dell'attività vista la smobilitazione e che quindi si auspica un impegno di tutti gli attori sociali del territorio per la ripresa”.