«L’assassino è mio figlio, non io». Accusa pesantissima, soprattutto perché arriva da una madre a un figlio. Ed è forse per questa ragione che Maria Grazia Guidoni ha aspettato più di un mese ad aprire bocca di fronte ai magistrati dopo che per ben due volte l’avevano convocata per sentire la sua versione dei fatti. Parliamo dell’omicidio di Giuseppina Pierini, pensionata 63enne malata di Alzheimer scomparsa dalla sua casa di Pontenure nel luglio 2012 e ritrovata cadavere lo scorso novembre in un terreno incolto di Massa Marittima nel Grossetano. A ritrovarla sono stati i carabinieri sulla base del racconto sconvolgente di Gino Laurini, 22 anni, nipote dell’anziana vittima: «Mia nonna è stata ammazzata da mia mamma». La mamma è, appunto, Maria Grazia Guidoni, 45 anni, prima indagata e oggi in carcere alle Novate, a Piacenza, con l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere. E sempre con l’accusa di occultamento di cadavere è indagato anche Laurini, tuttora a piede libero.
Ora però la principale indagata – che stando al quadro attuale avrebbe ammazzato sua madre malata per motivi economici – ha deciso di rompere il silenzio. E l’ha fatto nel modo più scioccante: l’autore materiale del delitto sarebbe suo figlio, all’epoca 18enne. Di più: non solo lei non avrebbe commesso il delitto ma sarebbe stata addirittura fuori casa quando è stato consumato. Una volta rientrata si sarebbe trovata di fronte la tragedia. A quel punto avrebbe deciso di aiutare il figlio trasportando insieme a lui il cadavere della donna nel Grossetano, terra d’origine della famiglia. Ora gli inquirenti dell’Arma coordinati dal pm della procura di Piacenza Roberto Fontana dovranno verificare la versione della donna, tuttora in carcere. Nel frattempo è stato chiesto l’incidente probatorio con la deposizione di Gino Laurini: parlerà di fronte al giudice per l’udienza preliminare e la sua testimonianza entrerà come prova nel fascicolo del processo che si celebrerà a indagini chiuse.