Un’attività di mentoring a due donne aspiranti imprenditrici verrà offerta dall’Associazione Soroptimist di Piacenza grazie all’ Accordo Soroptimist e Unioncamere del 2015.
Mettere in grado le giovani donne sotto i 30 anni che hanno un progetto imprenditoriale, o donne più grandi che già hanno un’impresa di cui sono titolari e che desiderano migliorarla e svilupparla, o donne immigrate che vogliono trovare occupazione realizzando un desiderio di lavoro in cui cimentarsi in prima persona, di valutare la fattibilità e la realizzabilità dell’idea imprenditoriale attraverso un percorso formativo .
Questo è il “cuore” dell’accordo che Il club femminile Soroptimist, sempre impegnato a favorire e a sostenere le donne in ogni campo, ha stipulato con Unioncamere e che vedrà la sua piena realizzazione già a partire dall’11 febbraio con l’avvio del primo dei 5 moduli formativi che si concluderanno con la stesura a maggio-giugno di un business plan.
Verranno illustrate le forme giuridiche di un’attività di impresa e i relativi risvolti fiscali, presentati gli strumenti per svolgere un’inchiesta di mercato e per calcolare i costi di avviamento di esercizio determinando gli investimenti necessari. Si affronterà poi il tema dell’accesso al credito e della promozione anche attraverso l’utilizzo dei social media.
Le domande per accedere al mentoring Soroptimist vanno inviate al più presto alla Presidente del club Piacenza prof. Alessandra Volpe
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Ha saputo tenere viva l’attenzione di un nutrito gruppo di socie del Soroptimist di Piacenza e di altri ospiti,per quasi due ore il prof. Attilio Carboni, piacentino di Ottone, ex dirigente scolastico , appassionato studioso.
Presentato da Alessandra Volpe, presidente del Soroptimist e da Maria Lucia Girometta, soroptimista e consigliere comunale del Comune di Piacenza, il prof. Carboni, nell’accogliente cornice del Circolo dell’Unione, ha accompagnato l’ attentissimo pubblico in un viaggio nella Bobbio del Medioevo per illustrare la figura e la preziosa opera di San Colombano abate.
Innumerevoli le informazioni che il prof. Carboni è riuscito a dare parlando della vita del monaco irlandese Colombano, giunto in Italia nel 612 con l’intenzione di recarsi, come tanti altri pellegrini del tempo, a Roma ma fermatosi in quel di Bobbio dove avviò la costruzione di un centro monastico di cui non vide però la conclusione dato che morì nel 615.
Breve ma intensissimo il periodo bobbiese di Colombano che sviluppò,nella conca verde attraversata dal Trebbia , la sua “regola” monastica che prevedeva una rilevante attività culturale. All’ “ora et labora” della regola benedettina, Colombano aveva aggiunto il lavoro intellettuale, lo studio.
A Bobbio nacque in tal modo una straordinaria biblioteca che comprendeva anche un grande numero di testi antichi e di codici miniati che, attraverso il lavoro nello “scriptorium” dei monaci sempre più numerosi, sono giunti in parte fino a noi.
La Basilica e il monastero – nell’attuale posizione- vennero fatti costruire alla fine del IX secolo dall’abate Agilulfo e Bobbio, che si era ampliata raggruppandosi attorno al fiorente monastero, divenne sede vescovile all’inizio del Mille.
Per avere un’idea del l’importanza del patrimonio culturale e storico della biblioteca del monastero bobbiese è sufficiente pensare che vi erano raccolti più di 800 codici, quando in quella di Monte Cassino non furono mai più di 150.
Inutile dire che, al termine della interessante conversazione, il desiderio di visitare Bobbio, il Museo dell’Abbazia, la cripta ove è collocato il sarcofago con i resti di San Colombano, è diventato impegno nei presenti per un prossimo appuntamento del Soroptimist.