I prodotti base della dieta mediterranea Made in Italy sono sotto attacco. A preoccupare Coldiretti Piacenza è l’aumento delle importazioni di olio dalla Tunisia e del pomodoro da mensa dal Marocco ed il conseguente superamento dei contingenti fissati dagli accordi europei. Sulla base dei dati diffusi dall’associazione degli esportatori spagnoli Fepex, emerge infatti che le importazioni di pomodoro dal Marocco in Europa sono raddoppiate a gennaio rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Allo stesso tempo la Commissione internazionale del Parlamento Europeo ha dato il via libera all'accesso temporaneo supplementare sul mercato dell'Unione di 35mila tonnellate di olio d'oliva tunisino a dazio zero, per il 2016 e 2017 nonostante nel 2015 in Italia siano aumentate del 520% le importazioni dell’olio di oliva della Tunisia.
“Queste decisioni, afferma Massimo Albano, direttore di Coldiretti Piacenza, sono veri e propri schiaffi al Made in Italy e ai suoi consumatori. Il nuovo contingente porta il totale degli arrivi “agevolati” oltre quota 90mila tonnellate. Per l’ennesima volta l’Europa, utilizza il settore agricolo come merce di scambio senza prendere in considerazione il rischio concreto che le frodi, di cui abbiamo già avuto ampi riscontri in questi anni, si moltiplichino. L’olio importato infatti viene spesso mescolato con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti all’estero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri, a danno dei produttori italiani e dei consumatori con impatti devastanti sul piano economico, occupazionale ed ambientale.”
Ora la parola sul dossier olio tunisino, passa all’Assemblea plenaria dell’Europarlamento che dovrà esprimere il proprio parere definitivo sulla proposta della Commissione Europea.
“Per quanto riguarda l’accordo con il Marocco per il pomodoro, aggiunge Marco Crotti, presidente di Coldiretti Piacenza, era già fortemente contestato dai produttori perché nel paese africano è permesso l’uso di pesticidi pericolosi per la salute che sono vietati in Europa ma anche perché le coltivazioni sono realizzate in condizioni di dumping sociale per il basso costo della manodopera. Chiediamo dunque che la Commissione attivi urgentemente le clausole di salvaguardia previste dall’accordo, vista la grave perturbazione di mercato creata dall’eccessivo aumento delle importazioni e invitiamo i consumatori a controllare sempre l’origine che, per legge, deve essere indicata su tutta l’ortofrutta fresca, perché con la loro scelta hanno il potere di salvare l’economia italiana oltre che salvaguardare la loro salute.”