Assoutenti e Domusconsumatori hanno combattuto e combattono il Consorzio di Bonifica di Piacenza per le sue modalità di applicazione dei contributi di bonifica, la cui “iniquità” è sotto gli occhi di tutti. Al riguardo si sta valutando l’ipotesi di proporre un ricorso collettivo a difesa degli utenti che si sono rivolti alle nostre associazioni. Analoga ipotesi è allo studio per richiedere risarcimenti a favore dei risparmiatori che hanno acquistato obbligazioni subordinate – attualmente soggette al piano di risoluzione governativo – da tre Casse di risparmio e da una Banca popolare (forse anche mediante loro referenti in territorio piacentino). Questi acquisti, infatti, sono stati effettuati, non tanto per voler lucrare un interesse del sette per cento in luogo di un interesse ordinario dell’1/2 per cento, ma essenzialmente perché i soggetti coinvolti erano realmente inconsapevoli dei rischi che le stesse obbligazioni comportavano, essendo state emesse da banche bisognose di capitale primario, come spiegato dall’istituto di credito locale Banca di Piacenza che ha anche informato che la Banca locale aveva ed ha un indice di patrimonializzazione del 18 per cento (invece del 7 richiesto per legge), e che non ha mai venduto derivati, né emesso obbligazioni subordinate. Poiché il predetto indice è oggi il principale indicatore dell’affidabilità di un istituto di credito, sarebbe opportuno che tutte le banche – come già fatto dalla Banca di Piacenza – informassero la clientela circa il proprio indice di patrimonializzazione (di norma indicato come “CET 1”, dall’inglese: Common Equity Tier Ratio) che dà conoscenza dell’effettiva capacità dell’istituto di far fronte, con mezzi propri, ad eventuali difficoltà finanziarie. Considerato che siamo ormai entrati in regime di “Bail-in”, espressione anglosassone che significa, come è noto, “salvataggio dall’interno”, questa è una informativa irrinunciabile per tutti i risparmiatori.